«Pensava di metterci in difficoltà con le sue provocazioni e invece ha preso uno schiaffo morale da Montaruli». Soggetto: il vicepresidente della Camera Giorgio Mulé (Forza Italia). Fonte della dichiarazione: “voci” dentro Fratelli d’Italia fatte filtrare ai media. Volano gli stracci tra il partito della premier Giorgia Meloni e quello alleato di Silvio Berlusconi dopo le dimissioni della sottosegretaria all’Università del governo Meloni, Augusta Montaruli. E ad essere impallinato da FdI è proprio Mulé, reo di aver attaccato poco prima dell’annuncio delle dimissioni la politica piemontese. «Montaruli o il suo partito devono trarre le conseguenze e capire cosa fare», aveva detto Mulè in diretta su Rainwes24, precisando che «nel suo caso c’è una condanna definitiva: si deve valutare se mette in imbarazzo il governo». E così ora “fonti autorevoli” del partito della premier sferrano un attacco diretto contro il deputato FI. «Ha preso uno schiaffo morale dalla Montaruli la cui impronta gli manterrà la faccia ben più rossa di quanto rubiconda già sia». Il riferimento è alla scelta della sottosegretaria formalizzata oggi di lasciare l’incarico a meno di 24 ore dalla diffusione della notizia della sua condanna definitiva per peculato nel caso Rimborsopoli in Regione Piemonte.
«Che provocatorie insinuazioni vengano da un personaggio come Mulè, che di pregiudicati eccellenti nel suo partito ne vanta più di uno, è intollerabile», continuano le fonti, che raccontano quindi di «non poco subbuglio» creato dalle parole di Mulè all’intento di FdI. Una reazione arrivata anche in riferimento alla figura di Silvio Berlusconi: «Visto che anche lui è un condannato in via definitiva e ciò nonostante resta il deus ex machina degli azzurri». Ed è proprio sul leader di Forza Italia che negli ultimi giorni sono deflagrate le tensioni tra i due partiti della coalizione di centrodestra: meno di una settimana fa, a urne aperte, era stato lo stesso Berlusconi ad attaccare frontalmente la premier italiana per la scelta di dialogare con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. «Io al posto di Meloni non sarei mai andato», aveva detto. In quell’occasione è stata una nota ufficiale di palazzo Chigi a replicare al capo di Forza Italia, ribadendo l’appoggio incondizionato a Kiev: «Il sostegno all’Ucraina da parte del governo italiano è saldo e convinto, come chiaramente previsto nel programma e come confermato in tutti i voti parlamentari della maggioranza che sostiene l’esecutivo». Poi, nei giorni scorsi, il nuovo scontro sul decreto sul Superbonus. E ora ci si mette il caso Montaruli.
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