Il passo indietro della star del web Emma Chamberlain: «YouTube è un posto spaventoso. Voglio riprendermi la mia vita»

La popolarissima creator ha annunciato in un’intervista al NY Times di volersi prendere una pausa dalla piattaforma

Lo scorso 18 febbraio, la CEO di YouTube Susan Wojcicki ha deciso di dimettersi. Ha giustificato la decisione affermando di volersi dedicare, dopo 25 anni di carriera, a «famiglia, salute e progetti personali che mi appassionano». Ma l’insofferenza verso il lavoro e il desiderio di riscoprire il proprio benessere della padrona di casa sembra aver contagiato anche alcuni creator della piattaforma. Prima tra tutte, Emma Chamberlain, una tra le Youtuber più famose al mondo: 21 anni (gli ultimi cinque dei quali raccontati sul web) e 12 milioni di iscritti, ha dichiarato di volersi progressivamente allontanare dalle piattaforme. In una lunga intervista pubblicata dal New York Times, l’eclettica influencer ripercorre le tappe della sua ascesa e spiega le motivazioni che l’hanno portata alla decisione di «scendere dalla ruota del criceto».


Il dovere di essere perfetti

«Ho avviato YouTube in un periodo della mia vita in cui ero depressa, molto depressa. Mi ha dato distrazione e qualcosa su cui concentrare le mie energie. Ma è arrivato a un punto in cui la mia depressione è tornata, e il motivo era perché tutta la mia vita era su Internet», ha esordito Chamberlain. Spiegando anche come la sovraesposizione e la pressione mediatica hanno presto iniziato a causarle problemi di ansia: «Mi sentivo in colpa perché avevo ciò che la gente sogna, ed ero così spaventata, depressa e distrutta. Ma allo stesso tempo mi sentivo come se fossi in dovere di continuare». Il suo malessere affondava le radici nella coscienza di essere imperfetta: «Internet è costantemente a caccia di streghe. Capisco perché. Vedere qualcuno che viene bruciato sul rogo ti risucchia come nient’altro. Non biasimo le persone per avere questo interesse, ma sono terrorizzata perché sono umana e non sono perfetta e chissà cosa potrebbero scoprire le persone su di me. Qualcuno potrebbe inventarsi una bugia su di me domani e rovinarmi la vita». E ancora: «Sento che ogni momento, ogni errore, potrebbe essere la fine. Ho visto persone essere distrutte su Internet. È un posto spaventoso in cui esistere». Il senso di impotenza riguardo la propria immagine era collegato alla sensazione di sentire la sua identità «sotto il controllo del pubblico». 


La svolta

La sua carriera su YouTube, dunque, aveva una data di scadenza: «Non puoi fare questo lavoro per sempre. Devi caricare ogni settimana. Se carichi ogni due settimane, deve essere un video lungo, e se carichi una volta al mese, è meglio che realizzi un documentario. Se non produci in modo costante, non crescerai. Questo è ciò che esige l’algoritmo. Inevitabilmente le persone si esauriscono, e non si prendono più del tempo per far evolvere il loro lato creativo». In questo momento, dunque, non ha intenzione di tornare a creare contenuti: «Faccio un passo indietro, per il mio benessere. Voglio che YouTube torni ad essere divertente». Un periodo di stop, destinato soprattutto a riscoprire la vita al di fuori degli schermi.

«Mi sentivo come se non avessi tempo per me prima, perché era sempre tutto sotto l’occhio della videocamera. [Eppure] mi piace avere momenti durante la mia giornata che non sono condivisi con il mondo, come quando mi sveglio e preparo il caffè». E adesso, che succede? «Non mi concentro troppo sul futuro per un semplice motivo: non sappiamo cosa accadrà dopo. Ho idee vaghe su cose che potrei voler perseguire quando sarò più grande», ammette Chamberlain. Ma, continua: «Adoro creare video, quindi forse lungo la linea si trasforma in qualcosa di più serio, forse nel mondo dei documentari. Voglio continuare il più a lungo possibile a registrare il mio podcast [Anything Goes, ndr], perché non mancheranno le cose di cui parlare. Ma potrei svegliarmi un giorno e dire: ‘voglio fare un provino per un film’. Inoltre, se voglio smettere, forse smetto! Forse quando avrò 30 anni, sarò tipo: ‘ho finito’. Aprirò un piccolo bar, ci lavorerò, mi sposerò e avrò dei bambini. Non lo so».

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