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Epidemia di dimissioni al femminile, anche la Ceo di YouTube rinuncia al suo ruolo

18 Febbraio 2023 - 09:46 Redazione
A dire addio Susan Wojcicki. Negli scorsi giorni anche anche la premier scozzese e la prima ministra della Nuova Zelanda hanno mollato

Pur considerando le rispettive specificità, le dimissioni «illustri» che sono state annunciate negli ultimi giorni hanno alcuni elementi in comune: primo fra tutti, il desiderio di riacquistare la propria vita e il proprio tempo, rifiutando occupazioni spossanti che lasciano poco spazio agli affetti e alle passioni personali. L’ultimo caso che ha fatto parlare, nelle ultime ore, riguarda la Ceo di YouTube Susan Wojcicki. Si tratta di una delle donne più apprezzate della Silicon Valley: 54 anni, da nove amministratore delegato della piattaforma, con un passato a Intel e Bain&Company. E un presente arrivato al punto di rottura: «Dopo quasi 25 anni qui, ho deciso di fare un passo indietro dal mio ruolo al vertice di YouTube e iniziare un nuovo capitolo incentrato su famiglia, salute e progetti personali che mi appassionano», ha dichiarato per spiegare la sua decisione.

I precedenti

La sua vicenda ha luogo a distanza di pochi giorni dalla notizia delle dimissioni di un altro personaggio noto: la premier scozzese Nicola Sturgeon, che ha scelto di dire addio al suo incarico spiegando: «Il tempo di andarmene è giunto. Anche se molti nel Paese e nel partito (l’indipendentista Snp – Scottish National Party, ndr) pensano sia troppo presto». Fonti a lei vicine hanno parlato di uno stato di stanchezza sopraffazione che potrebbe nascondersi dietro la decisione. Sturgeon stessa, parlando di lei in terza persona, ha dichiarato: «Nicola Sturgeon è stata un politico per tutta la vita. Ora voglio dedicare un po’ di tempo a Nicola Sturgeon l’essere umano. Vi sembra egoistico? Spero di no. La mia famiglia è la mia roccia». Il copione è molto simile simile a quello delle dimissioni di una altra prima ministra: Jacinda Ardern, che il 19 gennaio ha fatto un passo indietro da capo del governo della Nuova Zelanda. Anche in questo caso, a causa una mancanza di energie che non le permetteva di «rendere giustizia» al proprio incarico. «Sono umana. Noi diamo tutto quello che possiamo per tutto il tempo che possiamo e poi arriva il momento. E per me quel momento è arrivato», ha spiegato.

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