Perché si è dimessa la premier scozzese Nicola Sturgeon. La mossa dopo Jacinda Ardern: «Non ce la faccio più»

Dopo la prima ministra neozelandese, anche la premier scozzese fa un passo indietro per motivi molto simili

La premier scozzese Nicola Sturgeon si è dimessa. Nella mattinata di oggi, 15 febbraio, avevano iniziato a circolare le prime indiscrezioni sulla stampa britannica. Rumor su un addio a sorpresa dell’incarico che si sono susseguiti fino alla conferma ufficiale e alla conferenza stampa di Sturgeon. «Il tempo di andarmene è giunto» – ha detto la leader del partito indipendentista Snp (Scottish National Party) – «anche se molti nel Paese e nel partito pensano sia troppo presto». Sturgeon, che si sfila anche dalla leadership del partito, si è detta «orgogliosa» di essere stata la prima donna a ricoprire l’incarico di capo del governo e reso noto che rimarrà in carica fino a che non verrà scelto chi le succederà. La prima ministra lo era diventata nel 2014, in seguito al referendum secessionista che aveva espresso la volontà popolare per la Scozia di rimanere nel Regno Unito. Lascia l’incarico da capo del governo più longeva nella storia della Scozia.


Fonti vicine alla politica scozzese associano le dimissioni di Sturgeon a uno stato di stanchezza e sopraffazione che riportano alla mente le dimissioni di una altra prima ministra. Jacinda Ardern, che il 19 gennaio ha fatto un passo indietro da capo del governo della Nuova Zelanda a causa di una mancanza di energie che non le permetteva di «rendere giustizia» al proprio incarico. Lo stesso ipotizza Brian Taylor, ex giornalista politico della Bbc usando il termine scozzere scunnered nei confronti di Sturgeon. Un sentimento che definisce così: «Stanca, stufa, le ha già viste tutte e le ha già provate tutte». La leader ha dichiarato che la decisione non è stata presa in seguito alle pressioni sul breve termine. «Piuttosto è originata da una valutazione sul lungo termine e più profonda». Le pressioni sul breve termine a cui si riferisce Sturgeon sono le dispute interne al governo scozzese sul Gender Recognition Act che consente a ogni cittadino dai 16 anni di cambiare genere con la semplice iscrizione in un registro ad hoc.


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