Il legame tra il professor Umberto Gastaldi e diversi suoi ex alunni non si era mai del tutto interrotto negli ultimi 40 anni. L’ex insegnante di filosofia al liceo scientifico Gobetti di Torino, 82 anni, dispensava consigli e scambiava email e messaggi social con quei ragazzi ormai diventati adulti, mantenendo costanti i rapporti. Tra loro anche Nicoletta Bertorelli, oggi insegnante anche lei di filosofia a Roma, che lo scorso 6 febbraio ha provato a ricontattare l’insegnante in pensione, senza però ricevere risposta: «Nella sua casa di Vicenza ha catalogato l’intero suo epistolario – racconta Bertorelli al Corriere Veneto – Tra i volumi di Gramsci e Nietzsche stampava e archiviava anche ogni nostra e-mail. Gli raccontavo di mia di figlia, dei miei dubbi, dei miei pensieri. Il 6 febbraio scorso mi sono svegliata con una sua lezione in mente. Ho pensato di scriverlo su Facebook e di citarlo, ma stranamente non ho ricevuto risposta». Da dicembre il prof non pubblicava più nulla sui social, un comportamento anomalo che ha fatto scattare le ricerche dei suoi ex alunni che hanno fatto la maturità nell’anno scolastico ’79-’80. Sparsi in varie città d’Italia e all’estero, si sono attaccati al telefono chiedendo a vicini e conoscenti dove fosse finito il prof. Gastaldi, rimasto senza famigliari. Sono arrivati infine a setacciare l’ospedale di Vicenza, e lì finalmente sono riusciti a parlare direttamente col prof: «Prendete voi i miei libri, recuperate le mie lettere».
La telefonata in ospedale
Gastaldi era stato ricoverato lo scorso 6 dicembre, ma sarebbe in buone condizioni, assicura l’ex studentessa Bertorellli che lo ha rintracciato all’ospedale San Bortolo. Temeva di non tornare più a casa, perciò l’ha pregata di mettere In salvo il suo tesoro, i suoi libri: «Io ho mollato tutto e sono partita. Tra Roma e Vicenza accade di tutto. La mia macchina grippa a Orvieto. Dovrò buttarla via. Nel frattempo ricevo decine di messaggi. Tutti si attivano. Giorgio nelle stesse ore diventa nonno. Comico: per me ha sedici anni». Altre ex alunne vanno a trovarlo, sono Paola e Cinzia e poi Danila che racconta: «Aveva un “guscio” austero. Poteva apparire duro, a volte addirittura sferzante. Ricordo ancora l’ansia, quando il dito indice del prof scorreva in su e in giù il registro…». E Paola ricorda: «Per me era stupefacente quante lingue straniere conoscesse bene. E la soddisfazione enorme che provavo se l’interrogazione andava bene. Non ti chiedeva nozioni, ma di ragionare, collegare, avere intuizioni ed espandere il campo di applicabilità».
Verso il ritorno a casa
Oggi quegli ex alunni hanno deciso di accudire il loro prof all’epoca austero e severo: «Facciamo i turni per andare a trovarlo, ci riuniamo quasi tutti i giorni in videochiamata per risolvere i problemi pratici. Siamo adulti adesso: uniti siamo una forza stupefacente. E questo lo conforta». Dall’ospedale, Gastaldi è passato a un’altra struttura sanitaria veneta, con la speranza di tornare a casa al più presto, stavolta non più solo.
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