Scontri liceo di Firenze, Piantedosi difende Valditara: «La sua è libertà di espressione, come quella della preside»

Il ministro, nel corso delle comunicazioni alla prima commissione del Senato, si sofferma anche sul tema migrazioni, in particolare sul naufragio di Cutro

Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi è al Senato per le comunicazioni sulle linee programmatiche del suo dicastero. Nell’intervento, che diventa quasi un dibattito tra il capo del Viminale e i senatori della prima commissione, Affari costituzionali, Piantedosi affronta diffusamente la questione migratoria. Non mancano i ganci all’attualità, con il naufragio di Cutro e le polemiche relative alle dichiarazioni del ministro. Tra i senatori più attivi nei botta e risposta con Piantedosi, c’è la Dem Simona Malpezzi. La quale ingaggia un confronto anche sul caso del liceo di Firenze e della preside che, dopo aver diffuso una lettera sul pericolo del ritorno di un’ideologia fascista, ha ricevuto le minacce di sanzioni da parte del ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara. «Segnalo che la libertà di manifestazione del pensiero, che colgo occasione per riconoscere anche a una preside, va riconosciuta anche a un ministro della Repubblica. Non è che se parla un ministro della Repubblica diventa una pericolosa espressione di una ideologia rinascente e se parla una preside non lo è. La libertà di espressione va riconosciuta anche a un ministro della Repubblica», afferma Piantedosi.


Per il capo del Viminale, la critica di Malpezzi avrebbe senso se «Valditara avesse attivato i suoi poteri sanzionatori, il che non è accaduto». Piantedosi rivendica anche per sé il diritto di espressione a cui ha fatto ricorso il ministro dell’Istruzione. E solleva dei dubbi anche sull’effettivo scopo della lettera della preside Annalisa Savino: «Non credo che la preside stesse facendo attività d’insegnamento» con la sua lettera. Passando invece alla strage di migranti Cutro, Piantedosi innanzitutto rimarca l’assenza di ogni possibile correlazione tra l’attività del governo di cui è membro e quanto accaduto in Calabria: «Non esiste alcuna connessione tra il decreto sulle Ong e il naufragio. Mai nessuna Ong ha inteso sin qui presidiare la rotta su cui poi è avvenuta la tragedia», dice. Il ministro viene incalzato sulle dichiarazioni fatte all’indomani della tragedia. È sempre Malpezzi a chiedere a Piantedosi di correggersi: «Non le farò nessuna domanda, non voglio intervenire su nulla, la voglio lasciare solo con i versi di una poetessa inglese che ha origine somale: “Nessuno mette i suoi figli su una barca a meno che l’acqua non sia piu sicura della terra“».


«Le lascio questi versi a memoria perché le parole che lei ha utilizzato ieri, ma anche in conferenza stampa, per noi non sono assolutamente accettabili, quindi mi auguro che lei avrà modo di poterle correggere». Il ministro, finito sul banco delle polemiche per aver dichiarato: «L’unica cosa che va affermata è che non devono partire in queste condizioni», in commissione sembra non voler ritrattare. Prima spiega: «Il senso delle mie parole è “fermatevi, verremo noi a prendervi”. Dobbiamo fare in modo che le terre siano sempre più sicure del mare». Poi alla capogruppo Dem, che gli chiedeva se volesse «apparire emotivo e correggere le parole dette ieri», replica: «Sono talmente capace di emozionarmi che lo faccio prima che le tragedie avvengano. Sono talmente emotivo che non ho bisogno delle tragedie». Piantedosi annuncia anche l’intenzione del governo di realizzare nuovi centri per i rimpatri: «Il discorso delle espulsioni è la chiusura del cerchio per flussi migratori irregolari». E concludendo sui fatti di Cutro, dice: «C’è un’indagine in corso alla quale nessuno si sottrae e non mi sottrarrò per quelle cose che si riterranno di fare e su cosa andrà riferito, anche periodicamente. Per la presunzione di grande considerazione che ho dei soccorritori non ho motivi di ritenere che ci siano stati errori o sottovalutazioni perché conosco come operano».

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