Incidente aereo a Guidonia, l’ipotesi della collisione in fase di atterraggio: «Erano esperti». La procura: «Manovra voluta per evitare molti morti»

Erano quattro gli aerei in volo durante l’esercitazione finita in tragedia alle porte di Roma. Secondo il generale dell’Aeronautica, si trattava di un volo di routine che impegnava «piloti esperti»

Avrebbe causato «numerose vittime» se il pilota precipitato nel centro abitato di Colle Fiorito non avesse effettuato la manovra che ha evitato l’impatto con le case. Per quanto siano ancora in corso gli accertamenti degli inquirenti, il procuratore di Tivoli Francesco Menditto spiega che è «ragionevole ipotizzare che il velivolo sia stato lì direzionato dal pilota per recare il minor danno possibile a cose e persone, tanto che i danni sono stati limitatissimi». La procura ha aperto un fascicolo di indagine per disastro aereo colposo a carico di ignoti, visto che al momento, spiega la nota degli inquirenti, non ci sono «ragioni per individuare possibili indizi di responsabilità nei confronti di persone».


La ricostruzione dell’Aeronautica

Tra le prime ipotesi emerse subito dopo la tragedia, i due aerei si sarebbero scontrati durante l’esercitazione. E la conferma arriva dal generale dell’Aeronautica Silvano Frigerio, secondo il quale la collisione «è avvenuta nella fase che precede L’atterraggio». In volo con i due piloti vittime dell’incidente, il Maggiore Marco Meneghello di 46 anni e il Tenente Colonnello Giuseppe Cipriano 48 anni, c’erano altri due aerei impegnati nell’attività di addestramento. Secondo Frigerio, l’ipotesi più accreditata per ora è che sia stata la «collisione in volo a determinare la caduta». Poco prima, aggiunge il generale, «i due aerei volavano in formazione e la distanza fra i velivoli era di due-tre metri uno dall’altro. Il volo in formazione – ha aggiunto – è uno dei voli di routine per chi utilizza questi velivoli». Si tratta degli aerei 6-208, che assicura il generale «subiscono continua manutenzione e hanno circa 40-50 anni di servizio. Sono mezzi usati per il traino degli alianti ma anche per l’addestramento degli eurofighter, infatti servono per simulare velivoli slow cover». Il generale ha chiarito che i due militari vittime dell’incidente «erano piloti esperti, volavano su diversi mezzi. Da molti anni erano in forze al 60esimo Stormo e al Gruppo volo di Guidonia». E poi ricorda: «Il tenente colonnello Giuseppe Cipriano, nato nel 1975 a Taranto, era istruttore di volo, il maggiore Marco Meneghello era nato a Taranto nel 1977. Tutti i piloti dell’Aeronautica sono addestrati anche a manovre per preservare l’incolumità delle persone, ma l’indagine in corso lo appurerà». Sulla vicenda anche la procura militare di Roma ha aperto un fascicolo, al momento senza indagati e ipotesi di reato.


L’autopsia

Gli inquirenti fissano l’orario dell’incidente a Guidonia Montecelio, alle porte di Roma, alle 11.45 di oggi 7 marzo, quando era in corsa un’esercitazione di volo dei due aerei militari ultraleggeri, partiti dall’aeroporto militare di Guidonia. Nel corso dell’operazione di addestramento, i due velivoli sono precipitati, cadendo uno in una zona di campagna di Collefiorito di Guidonia, l’altro in via della Margherita, nella frazione Colle Fiorito, in pieno centro abitato. Le indagini del caso sono state affidate alla polizia di Stato, mentre per domani sono state disposte le autopsie sui corpi dei due piloti vittime dell’incidente.

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