Concessioni balneari, il Consiglio di Stato boccia la proroga. E ora il governo accelera sul tavolo interministeriale

Sul tavolo anche l’ipotesi di un ricorso alla Consulta, ma i tempi sarebbero lunghi

La prima conseguenza della sentenza del Consiglio di stato dello scorso 1 marzo, depositata ieri, è il rischio caos. Con una camera di consiglio riunita quando il Milleproroghe non era ancora diventato legge dello Stato (il 18 febbraio) i giudici amministrativi hanno giudicato infatti illegittima la proroga delle concessioni balneari al 2024 contenuta in quella legge (proroga che potrebbe essere addirittua estesa al 2025). E, pertanto, scrivono che non va applicata, in quanto in aperto contrasto con la “direttiva Bolkestein” recepita dall’Italia nel 2006. Scrivono i giudici guidati dal presidente della Settima sezione, Sergio De Felice:


Anche la nuova normativa che prevede la proroga automatica delle concessioni demaniali marittime in essere, si pone in frontale contrasto con la sopra richiamata disciplina di cui all’art. 12 della direttiva n. 2006/123/CE, e va, conseguentemente, disapplicata da qualunque organo dello Stato


Cosa succede a questo punto? In astratto da oggi in avanti le autorità competenti, locali o nazionali, si trovano davanti una strada poco chiara. Seguire il Milleproroghe e considerare quindi prorogate le concessioni, oppure attenersi alla decisione dei giudici amministrativi e considerarle illegittime. Una situazione che il governo non potrà accettare a lungo, per evitare che il tutto diventi ingestibile.

Le ipotesi sul tavolo del governo

Difficile per il momento, dicono da palazzo Chigi, pensare ad un ricorso in conflitto di attribuzioni davanti alla Corte costituzionale. La strada fu tentata nel 2018 da un gruppo di parlamentari di Fratelli d’Italia (e tra i firmatari c’era anche Giorgia Meloni) ma la Consulta rispose che un ricorso del genere poteva essere presentato solo dall’intera Camera di appartenenza. Più che intraprendere questa strada -comunque in valutazione ma che avrebbe tempi lunghi – il governo, anche alla luce del richiamo del presidente della Repubblica sul medesimo tema, starebbe invece pensando di accelere rispetto ai tempi che si è dato nel Milleproroghe: attivando subito il tavolo interministeriale per i regolamenti delle eventuali aste delle concessioni balneari. E valutando di avviare una interlocuzione con l’Europa per una applicazione parziale della direttiva Bolkestein. Spiega Riccardo Zucconi a Open, che segue il tema da anni per Fratelli d’Italia: «La strada più credibile da proporre all’Europa è quella di applicare la direttiva per le concessioni date dopo il recepimento e resistere, invece, per quelle precedenti. Nel caso delle concessioni balneari in un territorio come quello italiano il limite, ammesso dalla Bolkestein, è che la risorsa di cui parliamo è scarsa. In generale io penso poi che questa norma male si adatta alla nostra situazione economica, ma questa strada parziale potrebbe essere un buon punto di mediazione»

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