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Mandato d’arresto contro Putin, l’ironia di Medvedev: «È solo carta igienica». Kiev esulta: «Decisione storica»

17 Marzo 2023 - 17:36 Redazione
Il palazzo del Cremlino a Mosca
Il palazzo del Cremlino a Mosca
Il commento della portavoce di Lavrov, Maria Zakharova: «La Russia non coopera con la Corte penale internazionale»

«Le decisioni della Corte penale internazionale non hanno alcun significato per il nostro Paese, nemmeno dal punto di vista legale». Così la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova ha commentato la notizia del mandato d’arresto internazionale contro Vladimir Putin. Secondo la Corte dell’Aia, il presidente russo sarebbe responsabile della deportazione illegale di bambini dalle zone dell’Ucraina occupate dall’esercito del Cremlino. Dal suo canale Telegram, però, Zakharova precisa che la Russia non è parte dello Statuto di Roma della Corte penale internazionale. «La Russia non coopera con questo organismo e gli eventuali ordini d’arresto da parte della Cpi sono per noi privi di base legale», ha aggiunto la portavoce del ministro Sergej Lavrov. Più colorito il commento di Dmitry Medvedev, vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo: «La Corte penale internazionale ha emesso un mandato d’arresto contro Putin. Non c’è bisogno di spiegare dove dovrebbe essere usato questo documento», ha scritto Medvedev, aggiungendo l’emoji della carta igienica.

La reazione di Kiev

Immediata anche la reazione di Kiev, con il procuratore generale ucraino Andrij Kostin che parla di una «decisione storica». «Sono personalmente grato al procuratore della Cpi Karim Khan per questa storica decisione. Continuiamo la stretta collaborazione con la Cpi nei casi di deportazione forzata di bambini ucraini. Oltre 40 volumi di fascicoli, più di 1000 pagine di prove già condivise con la Corte», ha scritto Kostin su Twitter. Sulla stessa linea anche il consigliere presidenziale ucraino Mikhaylo Podolyak, che su Twitter scrive: «Il mondo è cambiato. La Corte penale internazionale ha emesso un mandato di arresto per lo stratega Putin. È un chiaro segnale per le élite russe di ciò che accadrà loro e perché non sarà come prima. È l’inizio della fine della Federazione russa nella sua forma attuale sulla scena mondiale. È una chiara procedura legale. Aspettate», ha commentato Podolyak.

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