A fine 2023 il Quirinale avrà più pensionati che dipendenti. E i conti si complicano

Dopo anni, su la spesa per colpa anche del caro bollette. E arrivano nuovi tagli

A fine 2023 per la prima volta nella storia del Quirinale il costo delle pensioni corrisposte agli ex dipendenti o ai loro familiari (quelle di reversibilità) sarà superiore a quello delle retribuzioni di tutti i dipendenti di ruolo e no. Secondo il bilancio preventivo 2023 della presidenza della Repubblica appena pubblicato, infatti, la spesa previdenziale ammonterà a 109,141 milioni di euro superando i poco meno di 107 milioni di euro di retribuzioni a vario titolo erogate. Nel 2022 la spesa era stata di circa 109 milioni di euro per retribuzioni e 103,2 milioni di euro per le pensioni. Così il Colle stesso diventa il simbolo di un’Italia sempre più anziana che ha il problema di trovare chi paga i contributi a quella fetta di popolazione pensionata che si allarga ogni anno di più. Il riequilibrio generale dei pesi ha bisogno di una forte quota di giovani lavoratori regolari immigrati, che in quest’era politica non è particolarmente facilitata, ma di cui comunque non potrebbe giovarsi il Quirinale che nell’era di Sergio Mattarella ha avviato una robusta dieta alle dotazioni organiche di personale che continuerà anche nel prossimo triennio.


Un Colle di pensionati e allo Stato toccherà versare 6 milioni di più

Il problema però c’è, ed è ben presente al segretario generale della presidenza della Repubblica, Ugo Zampetti, che dedica al boom delle pensioni una parte della sua nota di accompagnamento al bilancio: «La spesa per la previdenza», scrive, «che costituisce il 43% del totale della spesa effettiva del Segretariato generale (in aumento rispetto al 41,99% del 2022), presenta una dinamica in crescita nel prossimo triennio, a causa del maturare dei requisiti pensionistici da parte di numerose classi di età, con un incremento del 5,76% nel 2023 (da euro 103.192.000,00 del 2022 a euro 109.141.000,00), del 2,22% nel 2024 (euro 111.565.500,00) e del 3,45% nel 2025 (euro 115.415.000,00). Le previsioni sono costruite sulla base dell’andamento dei collocamenti a riposo per raggiunti limiti di età (67 anni) e su ipotesi riguardanti la dinamica dei pensionamenti anticipati a domanda». La soluzione temporanea a questo squilibrio verrà offerta dal bilancio dello Stato che nel 2025 aumenterà dopo anni la dotazione annuale del Quirinale da 224 a 230 milioni di euro (che si sommano ad altri contributi e alle entrate proprie per vendita di servizi).


ANSA | Ugo Zampetti, segretario generale della presidenza della Repubblica

Mattarella alle prese con il caro bollette, ma c’è il salvagente dalla Lagarde

Il caro pensioni è uno dei due capitoli che dopo molti anni di riduzione faranno lievitare nel 2023 la spesa effettiva del Quirinale, che sale a 253,8 milioni di euro dai 245,7 del 2022 (+3,29%). L’altro capitolo è ben noto a tutti gli italiani: il caro-bollette. La spesa per energia elettrica è quasi il triplo rispetto al bilancio di previsione 2022, passando da 1,6 a circa 4,5 milioni di euro. Aumenta ma in modo meno sensibile anche la bolletta dell’acqua (da 490.600 a 501 mila euro) e quella telefonica (da 112.772 a 116.500 euro). Aumentano anche le spese per generi alimentari (da 306.000 a 316.000 euro), la tassa sui rifiuti per lo smaltimento di quelli della tenuta di Castelporziano (da 34.700 a 47 mila euro) e la spesa per carburanti e lubrificanti (da 143.400 a 190 mila euro). In compenso arriva qualche beneficio dal rialzo dei tassi deciso dalla Bce di Christine Lagarde: gli interessi attivi percepiti dal Quirinale passeranno dai 500 mila euro percepiti nel 2022 al 1,5 milioni di euro previsto a fine 2023.

Quirinale, Cappella Paolina

Sforbiciata alla biancheria e alle spese di comunicazione

Per cercare di compensare i costi in aumento, il Quirinale da una parte cerca di sforbiciare qua e là qualche capitolo di spesa riducendo le spese differibili per manutenzioni e restauri e dall’altra prova ad aumentare le entrate. Fra i capitoli sforbiciati c’è quello dell’acquisto di vestiario da lavoro e biancheria, ridotto da 371.905 a 265.300 euro (-28,7%) e quello delle iniziative di comunicazione che scende da 74.380 euro a 57.500 euro (-22,7%). Alla voce entrate invece aumentano i canoni e rimborsi corrisposti da terzi per l’utilizzo di beni della presidenza della Repubblica (da 195.600 a 299.300 euro, +53%) , i proventi dalla vendita di beni forestali e faunistici di Castelporziano (da 75 a 90 mila euro, +20%), e anche i proventi dei biglietti per le visite dei cittadini al palazzo del Quirinale (da 20 mila a 50 mila euro con un incremento del 150%).

Quirinale, Camera da letto negli appartamenti imperiali

L’affresco del ‘600 perduto salta fuori nelle cantine di palazzo Barberini

Per aumentare le visite la presidenza della Repubblica ha allargato il percorso visitabile, comprendendovi la sala a piano terra dedicata al periodo pontificio (che si aggiunge alle sale del Regno e della Repubblica). Mentre al piano nobile «è in corso il progetto di riallestimento della Sala del Bronzino che prevede tra l’altro il recupero di arredi antichi attualmente in deposito». A proposito di recuperi, Zampetti segnala il ritorno a casa di un affresco che sembrava ormai sparito per sempre e che per caso fortuito è invece stato ritrovato. Si tratta di «un importante affresco realizzato nel 1610 per la Cappella del Presepe al piano terra del Palazzo del Quirinale. Ritrovata l’opera nei depositi di Palazzo Barberini, dove si conservava senza che se ne conoscesse l’origine, l’affresco è stato riportato in Quirinale, sotto forma di comodato d’uso gratuito, per essere esposto presso la Cappella per la quale fu dipinto».

Quirinale, Sala del Bronzino

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