Rachele Silvestri, la deputata di FdI e i veleni sulla paternità del figlio: «Sono stata costretta a fargli il test del Dna»

Qualcuno la accusava di aver concepito il bambino con un influente politico di FdI. Grazie al quale aveva avuto la ricandidatura

Rachele Silvestri è attualmente deputata di Fratelli d’Italia dopo essere arrivata in Parlamento con il Movimento 5 Stelle nel 2018. Nata ad Ascoli Piceno nel 1986, è entrata nel partito della premier nel 2021 dopo due anni nel gruppo misto. È stata eletta in Abruzzo. E oggi in una lettera al Corriere della Sera racconta che è stata costretta a effettuare il test di paternità sul figlio di soli tre mesi. Da questo risulta che il padre è il suo compagno Fabio. Ma Silvestri sostiene di essere stata obbligata a somministrare l’esame da chi la accusava di aver concepito il bambino con un politico di Fratelli d’Italia. E per questo chiede che la notizia finisca sui giornali. Proprio per smentire la diceria. «Perché delle volte la becera realtà riesce a superare anche la più fervida fantasia».


La storia

La storia, dice la deputata, comincia quando lei decide di aderire a FdI. «I sondaggi allora davano il partito a livelli ben più bassi di quelli attuali», precisa. Poi parte nel racconto della sua storia: «Circa un mese fa una persona amica mi racconta che gira la voce che il mio bambino non sarebbe figlio del mio compagno ma di un politico molto influente di Fratelli d’Italia a sua volta sposato. Mio figlio sarebbe quindi nato da una relazione clandestina grazie alla quale io avrei ottenuto la candidatura». Silvestri dice che alla fine la “notizia” è finita su qualche giornale e l’hanno anche chiamata chiedendo un commento. E sostiene di sapere chi l’ha messa in giro: «L’unica cosa che so è che chi si è inventato questa storia è un uomo, probabilmente un politico».


Il test del Dna

Silvestri dice che ha deciso di rendere pubblica questa storia «per tutelare mio figlio e Fabio, legittimo papà e mio amato compagno. Tutto quello che ho passato nell’ultimo periodo mi ha portato a ricordare e fare mie le parole del premio Nobel per la Pace Elie Wiesel quando dice: “Ho giurato di non stare mai in silenzio in qualunque luogo e in qualunque situazione in cui degli esseri umani siano costretti a subire sofferenze e umiliazioni. Dobbiamo sempre schierarci. La neutralità favorisce l’oppressore, mai la vittima”. Il mio augurio è che nessuno sia indulgente con l’autore della calunnia e con chi contribuisce a diffonderla. Non siate neutri, abbiate il coraggio di spezzare la catena dell’indifferenza».

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