Berlusconi si fa forza con i comunisti. «È dura. Ma ce la farò. Come nel ‘94 quando li ho battuti»

Le rassicurazioni del Cavaliere sul suo stato di salute in una telefonata con il direttore de Il Giornale Augusto Minzolini

«Sono riuscito, anche in situazioni difficili e delicate, a ritirarmi su». È quanto ha detto Silvio Berlusconi dall’ospedale San Raffaele al direttore de Il Giornale, Augusto Minzolini, in una chiamata intercorsa tra i due. Si sono sentiti questa mattina, 7 aprile, alle 9.48. Il leader di Forza Italia, al terzo giorno di ricovero, ha la voce ferma e affaticata. Al telefono ricorda un aneddoto: «Quando studiavo dai Salesiani ho avuto un esule russo che era fuggito dall’Unione Sovietica come insegnante di religione. Non ci ha mai parlato di religione, ma ci ha raccontato per filo e per segno ciò che avveniva al di là del Muro. Ci diceva: in Russia oggi hai tre possibilità: o scappi all’estero, o finisci in carcere, o, peggio, sottoterra». E riferisce che nel ’94 chiese ai sondaggisti se si poteva evitare la vittoria dei comunisti. «Mi dissero di sì. Ma solo se scende in campo lei. Lo feci». Per il direttore «è temprato. Indomito. Come gli eroi greci. In fondo la sua vita è una lunga battaglia che ha avuto pagine epiche. Irripetibili. Il coraggio e la caparbietà non gli sono mai mancati e lo riconoscono anche gli avversari». Infine, prima dei saluti un invito a Minzolini: «Appena esco di qui ci vediamo». Intanto, il numero 1 di Forza Italia ha passato una notte tranquilla, la seconda in terapia intensiva al San Raffaele, dopo il ricovero di mercoledì. Secondo quanto si apprende da ambienti ospedalieri, citati da Ansa, il Cavaliere sta reagendo bene alle cure e oggi si sottoporrà a nuovi accertamenti. L’attenzione dei medici rimane alta sull’infezione polmonare, conseguenza di un forte indebolimento generale.


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