Giorgio Parisi e il cambiamento climatico: «Un disastro annunciato. I giovani fanno bene a protestare, la politica non pensa al futuro»

Il premio Nobel racconta della figlia che ha fatto coming out e ha avuto due figli con l’inseminazione e di Elly Schlein

Il professor Giorgio Parisi, premio Nobel per la fisica nel 2021, in un’intervista a La Confessione riportata dal Fatto Quotidiano, parla della vittoria, di Elly Schlein e di Ultima Generazione che imbratta i monumenti. Ma anche della figlia che ha fatto coming out e ha avuto due figli all’estero tramite inseminazione artificiale. Nel colloquio con Peter Gomez dice che da bambino ha imparato a leggere prima i numeri delle lettere e che era un tipo solitario: «Avevo fatto le elementari dalle suore, non sapevo giocare a calcio e i miei tentativi erano rimasti frustrati. Anche la pallacanestro mi sfuggiva. Mi piaceva giocare a scacchi, ho letto tantissimo».


La politica da giovane

Parisi dice che da giovane è entrato a far parte della sinistra extraparlamentare perché «mi aveva fatto molto impressione un filmato con un attacco della polizia in piazza Cavour a Roma, davanti al palazzo di giustizia, con il questore che si mette la fascia e ordina la carica». E difende per questo le proteste di quegli anni: «Il ’68 è stato un grosso scossone che ha cambiato molto le cose. Certo, alcune conseguenze esagerate come il 6 politico, ma è anche vero che prima del ’68 c’erano professori che trattavano male gli studenti con atteggiamenti insultanti». Dice che spera che Elly Schlein sia forte, ma «il budino lo si capisce mangiandolo. Però non serve solo il Pd, che è un partito di centrosinistra. Ma anche una sinistra-sinistra che riuscisse a mettere insieme tutte le varie anime».


Il premio Nobel e la paura di uno scherzo

Della figlia dice che lui e sua moglie sono estremamente felici. Ma sulla gestazione per altri specifica: «Non sono contrario. Ma non è una cosa che mi rende felicissimo, più che altro per lo sfruttamento delle donne che devono fare la gestazione. Non credo che esistano persone disposte a farlo gratis e quindi si tratta di un lavoro che interviene su un corpo». Torna di nuovo a raccontare che quando ha saputo del Nobel si è prima di tutto accertato che non fosse uno scherzo: «Ero a casa, perché c’era stata una certa anticipazione. Fabiola Giannotti se ne diceva sicura e mi diceva di tenere il telefono vicino. L’ho fatto ed è arrivata una telefonata internazionale, sul telefono fisso di casa: ‘Sono il segretario del comitato Nobel, volevo dirle che lei ha ottenuto il Nobel’».

Il cambiamento climatico e la politica

Infine si parla di climatologia. E Parisi dice che le previsioni fosche degli scienziati possono anche essere ottimistiche: «I modelli vengono costruiti sulle informazioni che noi abbiamo adesso. Ma se la temperatura aumenta di un grado, come ora, si verificheranno situazioni difficili da predire. E che potrebbero essere disastrose. Ad esempio una grande siccità in Amazzonia, incendi su scala globale, fenomeni che potrebbero aggiungere catastrofi successive». Delle proteste di Ultima Generazione dice che «io personalmente non imbratterei i monumenti. Ma non mi sento di condannarli perché sono persone che sentono il peso di un futuro che viene loro rubato. Invece la politica, ha quasi sempre un orizzonte di cinque/dieci anni. Per un motivo semplice: i politici sanno che fra cinque o dieci anni è assolutamente improbabile che siano ancora in carica».

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