Scintille tra Meloni e Landini a poche ore dall’incontro. La premier: «Il Cdm di domani un bel segnale per i lavoratori, la Cgil ci rispetti»

Ieri il commento del leader della Cgil: «Essere convocati la domenica sera per un provvedimento già deciso per il lunedì mattina non è certo quello che chiedevamo»

Alla vigilia della Festa dei Lavoratori e a poche ore dall’incontro del governo con i sindacati, si accende lo scontro tra la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il segretario generale della Cgil Maurizio Landini. Questa sera la premier incontrerà i sindacati a Palazzo Chigi per discutere del Dl Lavoro che approderà domani in cdm. Una tempistica che ha fatto storcere il naso a Landini. «Noi agli incontri ci andiamo. È chiaro che essere convocati la domenica sera per un provvedimento che hanno già deciso e che faranno il lunedì mattina non è quello che noi abbiamo chiesto da tempo, dopodiché valuteremo quello che concretamente verrà realizzato», aveva detto ieri il leader della Cgil. Oggi, a poche ore dall’incontro, arriva la risposta di Meloni, che definisce «incompresibili» le parole di Landini. «Io credo sia un bel segnale per chi come noi è un privilegiato, onorare con il nostro impegno, in questo giorno di festa, i lavoratori e le risposte che attendono», ha detto la presidente del Consiglio. Che poi ha aggiunto: «Vorrei ricordare al segretario Landini che il primo maggio ci sono molte persone che lavorano, dai camerieri ai medici, dalle forze dell’ordine fino ai tecnici che consentono lo svolgimento del concerto di piazza San Giovanni. Se Landini pensa davvero che sia diseducativo lavorare il primo maggio, allora il concerto la triplice dovrebbe organizzarlo in un altro giorno. Noi non la pensiamo così e rispettiamo l’iniziativa, così come chiediamo rispetto per il nostro lavoro», ha precisato Meloni.


Al di là della polemica sulle tempistiche e sulla scelta simbolica di convocare il cdm il primo maggio, i sindacati hanno criticato nel merito le misure sociali su cui è al lavoro il governo. «Oggi è il momento di investire sul lavoro, sulla solidarietà e soprattutto di andare a prendere i soldi dove sono stati fatti i profitti, dove c’è l’evasione fiscale e non continuare a pensare che i lavoratori dipendenti e i pensionati sono dei bancomat», ha attaccato ieri Landini. Il leader della Cgil ha criticato poi la decisione del governo, anticipata già in campagna elettorale lo scorso anno, di tagliare il reddito di cittadinanza. «Se le notizie domani saranno confermate, l’idea che in un momento in cui aumentano le povertà si taglia il reddito di cittadinanza a noi sembra una follia», ha aggiunto Landini. Ed è proprio per protestare contro le politiche sociali dell’esecutivo che la Cgil ha indetto alcune manifestazioni in tutta Italia: non solo quella tradizionale del Primo maggio, ma anche quella del 6 a Bologna, del 13 a Milano e del 20 a Napoli. Un’occasione, spiega Landini, per ribadire le richieste di «un fisco giusto, più salari e una sanità pubblica degna di questo nome».


Credits foto: ANSA/Ettore Ferrari | Il segretario generale della CGIL Maurizio Landini

Leggi anche: