La direttrice dello Stanford Center of Longevity: «Vivere 100 anni non sarà più l’eccezione, ma la norma»

Laura Cartensten e lo studio sui centenari di Singapore

Vivere cento anni non sarà più l’eccezione, ma la normalità per i neonati entro il 2050. Ed è già una prospettiva concreta per la metà dei bambini che oggi hanno cinque anni nel mondo sviluppato, inclusa Singapore. Lo ha dichiarato la direttrice dello Stanford Center of Longevity, Laura Cartensten, durante il Tsao Longevity Forum di Singapore. I centenari di Singapore sono più che raddoppiati dal giugno 2010 al giugno 2020, passando da 700 a 1.500. Questo ha delle implicazioni notevoli, anche sul piano dell’istruzione: «Non ha senso per le persone terminare l’istruzione a vent’anni quando vivranno fino a 100 anni – ha affermato la direttrice -. Dobbiamo trovare modi per integrare l’istruzione per tutta la vita, e in parte abbiamo bisogno farlo perché probabilmente lavoreremo per anni, e il lavoro fa bene alle persone in generale». Anche il mondo del lavoro, infatti, cambierà: «L’idea che le persone lavoreranno per 40 anni e risparmieranno abbastanza per non lavorare per altri 30 anni è semplicemente fuori portata per la stragrande maggioranza delle persone. Dire che le persone anziane avranno bisogno di essere sostenute sempre più a lungo non funziona in una società diversa per età». Questo concetto di «società diverse per età», a detta di Carstensen, dovrebbe sostituire quello di «società che invecchiano»: «Dobbiamo pensare a cosa possiamo risolvere usando la forza, l’abilità e la velocità dei giovani, insieme a persone anziane che sono emotivamente stabili, informate e funzionalmente sane».


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