Emergenza affitti, il sindaco di Bologna Lepore: «Usiamo le caserme per fare alloggi low cost»

Il primo cittadino: ci faremo dare in gestione gli appartamenti sfitti dei privati

Il sindaco di Bologna Matteo Lepore ha un piano che prevede la realizzazione di 10 mila alloggi in 10 anni, con investimenti da 200 milioni. Ma l’emergenza è oggi. Per questo in un’intervista a Repubblica propone di avere in gestione le caserme per farne alloggi low cost. «Noi le tende ancora non le abbiamo, ma in città c’è un numero importante di studenti fuorisede, più di 40 mila, in crescita. Anche la popolazione della città aumenta, grazie a giovani immigrati italiani under 35 che vengono per lavorare. Dobbiamo assolutamente intervenire, per restare una città accessibile», dice nel colloquio con Eleonora Cappelli.


La gestione degli appartamenti sfitti

Poi svela: «Intanto noi puntiamo a prendere in gestione, come Comune, gli appartamenti sfitti dei privati che non vengono messi sul mercato. Con la nuova agenzia per la casa, elaborata dalla vicesindaca Emily Clancy, stiamo individuando un pacchetto di qualche centinaio di alloggi e cerchiamo di garantire un incontro sostenibile tra domanda e offerta, dando anche ai proprietari la garanzia che può offrire un ente pubblico. Questo aiuterà gli universitari a trovare una casa più facilmente. Però non vogliamo esonerare governo e Regioni dalle loro responsabilità». Il primo cittadino spiega: «Servono aree a basso costo, per costruire alloggi accessibili, non case da 8 mila euro al metro quadro. Lo Stato attraverso il Demanio deve dare ai Comuni le grandi caserme inutilizzate a questo scopo: costruire case popolari e alloggi per studenti. Non basta mettere soldi, bisogna anche mettere le aree, per frenare la rendita. Bologna ha una grande tradizione, ma 18 aree ex militari e ferroviarie sono totalmente inutilizzate da 15 anni».


L’autocostruzione

Infine Lepore dice che ci sono anche piani per costruire in velocità: «Sì, abbiamo un regolamento sull’autocostruzione, per dare la possibilità a gruppi di studenti e cittadini di riqualificare case con il loro lavoro e poi andarci ad abitare. La nostra città vuole rimanere inclusiva, non veder arrivare grandi fondi internazionali che speculano sulle aree dismesse. Ma il Governo ci deve aiutare. In questo senso il primo incontro con la ministra Anna Maria Bernini è stato proficuo».

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