Ingressi a Medicina, il piano per 30mila posti in più entro il 2030: cosa prevede la bozza

Se il testo viene approvato in tempi brevi si ipotizza che già nel 2023 si arrivi a +19mila ingressi

Un piano per 30mila posti in più a Medicina spalmati in arco temporale di sette anni, entro il 2030. È quanto prevede la bozza di relazione che la commissione di esperti guidata dall’ex rettore dell’università La Sapienza di Roma, Eugenio Gaudio, ha consegnato alla ministra dell’Università. Anna Maria Bernini dovrà farla avere ai governatori e avviare così la trattativa in Conferenza Stato Regioni. L’obiettivo del testo, composto da oltre una cinquantina di pagine secondo quanto riferisce Il Sole 24 ore, è quello di garantire la sostenibilità del sistema sul medio-lungo periodo.


La modifica

Dal punto di vista legislativo quello che andrebbe a cambiare è che si porterebbe da 60 a 75/78 il parametro della numerosità massima di studenti prevista dall’allegato D del Dm 1154/2021 per il corso di laurea magistrale a ciclo unico in “Medicina e Chirurgia”. Mentre resterebbe il numero chiuso. Per realizzare tutto questo, stando alle stime della Conferenza dei rettori, servirebbero circa 23 milioni di euro in più da destinare alle università. Se il testo viene approvato in tempi brevi si ipotizza che già nel 2023 si arrivi a 19mila ingressi in più.


Enti medici e studenti a favore

Tra chi ha accolto favorevolmente il documento c’è la Federazione dell’ordine dei medici (Fnomceo) che ha sottolineato la necessità di specialisti da garantire e dell’orientamento da migliorare, ad esempio con un potenziamento dei licei a curvatura biomedica. Allerta dall’Ente previdenziale Enpam che ha evidenziato come ben 24mila medici mancheranno all’appello nel 2028. Dati che si legano a quelli rilevati dall’Istat, secondo il quale i camici bianchi over 55 negli ultimi 10 anni sono aumentati. Si muove anche il Consiglio nazionale degli studenti (Cnsu) che ha chiesto di concentrarsi, nell’immediato sull’aumento delle disponibilità e, in futuro anche sull’abrogazione del numero programmato

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