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L’avvocato-marito, i veleni dentro FdI, l’inchiesta di Report: così è saltato l’uomo di Giuli. Meloni: «Lui non c’entra, al Maxxi c’era Giovanna Melandri»

23 Ottobre 2024 - 23:47 Diego Messini
La premier ammette che nel partito c'era «nervosismo» sulla nomina di Spano. E l'ex ministra della Cultura s'infuria: «È un regolamento di conti interno alla destra»

Francesco Spano si è dimesso. Il capo di gabinetto del neo-ministro della Cultura Alessandro Giuli non è durato neppure 10 giorni. Sono bastate le anticipazioni della puntata di Report in onda domenica sera a far saltare l’uomo di fiducia che Giuli aveva voluto accanto a sé, perfino contro il parere di un pezzo rilevante di Fratelli d’Italia. Cosa c’è in quell’inchiesta giornalistica? Rivelazioni scottanti su un conflitto d’interessi attorno alla figura di Marco Carnabuci, avvocato nominato consulente del Maxxi e responsabile dei dati nel periodo in cui Spano era segretario generale del Museo. Il problema è che i due erano legati sentimentalmente, e negli scorsi mesi sono convolati poi a nozze. Secondo Report oltre tutto nel 2017 Spano andò a lavorare per la Human Foundation guidata da Giovanna Melandri (che presiedeva pure il Maxxi), e l’anno dopo la Human Foundation offrì una consulenza legale anche al “solito” Carnabuci. Questi, comunque, si è negli anni successivi poi sempre visto rinnovare la consulenza legale dal Maxxi, anche dopo i vari cambi al vertice. Segno che probabilmente, al di là dei sospetti, il suo lavoro era apprezzato.

Meloni e il «nervosismo» in FdI su Spano

Tanto è bastato comunque per far fibrillare di nuovo la politica ai massimi livelli. Oggi in Aula il ministro Giuli è apparso piuttosto e infastidito e ha tentato di allontanare il caso: «Sono pronto a rispondere ad altre eventuali interrogazioni quando sarà il caso», ha detto al question time. Sulla vicenda è però poi intervenuta la stessa Giorgia Meloni. Intervistata da Tommaso Cerno per gli 80 anni del Tempo, la premier prima ha ammesso che la nomina di Spano aveva creato «nervosismo» all’interno di Fratelli d’Italia («Risposi dicendo: parlatene col ministro»). Poi ha cercato di minimizzare la portata del caso esploso nelle scorse ore: «Non ho parlato con Giuli né quando lo ha nominato né quando si è dimesso Spano», ha chiarito. «Leggo dalle agenzie che ci sarebbe un conflitto di interesse tra il capo di gabinetto e un’altra persona che risale al Maxxi, al tempo di Giovanna Melandri. Nessuna è stata nominata da Alessandro Giuli, penso che si debba chiedere a chi c’era prima». Meloni insomma ha tentato di rinviare la palla nel campo avversario, considerato che Melandri è stata dirigente del Pd e ministra della Cultura nei governi D’Alema e Amato, prima di approdare alla guida del Maxxi e di Human Foundation.

I tempi della nomina e i veleni a destra

Immediata però la replica della stessa Melandri, per mezzo di una lettera pubblicata sul sito di Report. L’ex ministra riavvolge il nastro per riferire una storia diversa. «L’avvocato Marco Carnabuci è stato chiamato dal Maxxi nel giugno 2018, quando Francesco Spano non aveva nulla a che fare con il museo», puntualizza Melandri. Per poi rilanciare accuse e sospetti nel campo della destra di governo. «Giuli e Meloni guardino innanzitutto dentro casa loro: la nomina di Spano a capo di gabinetto del Mic è stata pubblicamente e aspramente avversata da esponenti della destra, tra cui le frange maggiormente omofobe. Quello che è in corso è un orribile regolamento di conti di una destra omofoba e l’ennesima dimostrazione dell’incapacità di questo governo di gestire con rigore, trasparenza e coerenza le politiche culturali in Italia».

La nota di Giovanna Melandri

Ecco la ricostruzione completa della vicenda secondo Melandri: «Il 3 maggio 2018 il segretario generale del Maxxi Pietro Barrera chiese al direttore di Federculture (l’associazione datoriale cui è associata la Fondazione Maxxi) l’indicazione di nomi esperti cui conferire l’incarico di Responsabile per il trattamento dei dati (figura obbligatoria a seguito di un regolamento europeo che sarebbe entrato in vigore il 25 maggio). Federculture suggerì il nome di Carnabuci, che del resto già curava per loro seminari di formazione su questi stessi temi. Le carte sono disponibili per chi abbia la serietà e la pazienza di leggerle. Questo è quanto. Le vicende personali di Spano e Carnabuci riguardano solo loro e i contratti stipulati dopo il cambiamento di vertice della Fondazione nel dicembre 2022 riguardano solo ed esclusivamente il presidente Alessandro Giuli. Solo su una cosa sono d’accordo con Giuli: non è mai bella questa ‘mostrificazione’. Ma Alessandro Giuli e Giorgia Meloni dovrebbero guardare innanzitutto dentro casa loro: la nomina di Spano a capo di gabinetto del Mic è stata pubblicamente e aspramente avversata da esponenti della destra, tra cui le frange maggiormente omofobe. Quello che è in corso è un orribile regolamento di conti di una destra omofoba e l’ennesima dimostrazione dell’incapacità di questo governo di gestire con rigore, trasparenza e coerenza le politiche culturali in Italia».

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