Facebook, nuova stangata in arrivo per violazione dei dati: l’Irlanda pronta a comminarle la multa più salata di sempre

La sanzione in arrivo potrebbe ammontare a oltre 746 milioni di euro. Ecco perché

Non è certo la prima multa, ma è sicuramente la più salata mai inflitta finora. Domani, lunedì 22 maggio, Facebook sarà con ogni probabilità sanzionata per un importo previsto superiore a 746 milioni di euro dalla Commissione irlandese per la protezione dei dati. All’azienda di Menlo Park, accusata di violazione del Gdpr, verrà ordinato di sospendere i trasferimenti di dati verso gli Stati Uniti. Si tratta della multa più salata mai comminata in Ue per violazione delle regole sulla protezione dei dati e – se le indiscrezioni di Bloomberg dovessero rivelarsi fondate – potrebbe essere confermata già domani. È probabile tuttavia che la sentenza del regolatore irlandese, Paese dove Meta ha la sua sede legale per tutti i suoi affari in Europa, non abbia effetto immediato. L’azienda californiana può presentare ricorso contro la decisione e godrà comunque di un periodo di grazia per conformarsi a quanto ordinato dai giudici. La sentenza della Commissione di Dublino si riferisce a un ricorso legale avanzato da Max Schrems, attivista austriaco impegnato per la protezione della privacy. Schrems aveva deciso di fare causa a Meta dopo alcune rivelazioni di Edward Snowden, la “talpa” di Cia e Nsa che ha svelato al mondo l’esistenza di alcuni programmi di sorveglianza di massa messi in campo dal governo americano.


Da settembre 2021 ad oggi, stima il Guardian, le aziende che fanno capo a Meta sono state multate per quasi 1 miliardo di dollari. Eppure, non tutti sono convinti che tutte queste sanzioni – per quanto salate – basteranno per convincere Facebook a rivedere la propria politica sulla gestione dei dati. «Una multa anche da un miliardo di euro non ha alcuna conseguenza per un’azienda che guadagna molti più miliardi operando illegalmente», commenta Johnny Ryan, membro del Consiglio irlandese per le libertà civili. Interpellati dal quotidiano inglese, l’azienda di Menlo Park ha commentato così l’ultima vicenda giudiziaria: «Questo caso si riferisce a un conflitto storico tra il diritto dell’Ue e quello degli Stati Uniti, che è in fase di risoluzione tramite il nuovo quadro sulla privacy dei dati Ue-Usa. Accogliamo con favore i progressi compiuti dai responsabili politici per garantire il trasferimento continuo di dati oltre confine e attendiamo la decisione finale dell’autorità di regolamentazione in merito».


Credits foto: UNSPLASH/Roman Martyniuk

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