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Roccella contestata al Salone del Libro, lo sfogo della ministra: «Non sopporto il dissenso? Schlein riguardi i video: ero io a chiedere dialogo»

21 Maggio 2023 - 07:32 Redazione
La ministra per la Famiglia replica anche ai manifestanti: «Non stiamo cercando di cambiare le cose sull'aborto. Utero in affitto? Ci adeguiamo alla Cassazione»

Torna a parlare della contestazione ricevuta al Salone del Libro di Torino la ministra per la Famiglia, la Natalità e le Pari Opportunità Eugenia Roccella. Dopo l’intervento di un gruppo di manifestanti di Extinction Rebellion, che ieri le hanno impedito di presentare il suo libro Una Famiglia Radicale esprimendo la propria contrarietà alle politiche sull’aborto e sull’ambiente del governo Meloni, la ministra dichiara: «Tutti hanno il diritto di manifestare». Nello specifico, rispondendo anche alla segretaria del Pd Elly Schlein, che l’ha accusata di avere un atteggiamento autoritario per non aver accettato le critiche, Roccella aggiunge: «A Schlein, che parla in modo surreale di governo che non sopporta le contestazioni, suggerisco soltanto di rivedere il video dell’accaduto e contare quante volte ho invitato inutilmente i contestatori al dialogo».

La bagarre con il direttore Lagioia

La ministra replica anche al direttore del Salone Nicola Lagioia, reo, ai suoi occhi, di aver spostato il fulcro dell’attenzione. Il direttore non ha condannato i contestatori di Roccella, semplicemente invitandoli a instaurare un dialogo piuttosto che un muso a muso. Per questo è stato attaccato dalla deputata di Fratelli d’Italia Augusta Montaruli con – sostiene – «una furia e una violenza verbali sconcertanti». A lui Roccella si rivolge con le parole: «Capisco che Lagioia sia uno scrittore e quindi lavori di fantasia, ma mi sembra un po’ eccessivo cercare di far passare una discussione accalorata con l’onorevole Montaruli per un’aggressione subita da lui, mentre nel Salone da lui diretto veniva impedita la presentazione di un libro».

«Non stiamo cercando di cambiare le cose sull’aborto»

In un’intervista a La Stampa, la ministra entra quindi nel merito delle contestazioni. Sull’aborto – dichiara Roccella – «non c’è nessuna battaglia. C’è una legge che viene rispettata. L’obiezione di coscienza non impedisce affatto l’accesso all’interruzione di gravidanza e infatti il carico di lavoro per i medici non obiettori è di un aborto a settimana». E ribadisce: si tratta di «una legge che è stata applicata, quindi non mi sembra necessario intervenire». E ancora: «Come governo non abbiamo fatto assolutamente nulla, e non c’è stata neppure un’azione legislativa da parte del Parlamento».

L’utero in affitto

Specifica Roccella: «C’è stata una sentenza della Cassazione che ha disegnato un percorso preciso per chi eventualmente torna dopo aver commesso il reato di utero in affitto ma all’estero e questo percorso consente l’adozione in casi particolari, cioè esattamente ciò che veniva chiesto quando ci fu l’approvazione delle unioni civili da parte delle associazioni Lgbtq+». La ministra, quindi, aggiunge: il Parlamento «sta discutendo sulla perseguibilità del reato di utero in affitto anche quando commesso all’estero». Ma specifica: «Ovviamente non si tratta di arrestare le persone che rientrano in Italia ma di rendere efficace la sanzione, perché questa pratica in realtà non è stata mai perseguita».

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