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Dl Pa, fiducia della Camera al testo che limita i controlli del Corte dei conti sul Pnrr. Le opposizioni provano la strada dell’ostruzionismo

06 Giugno 2023 - 16:14 Felice Florio
I voti a favore sono stati 203, i contrari 134 e tre le astensioni. Il voto finale dovrebbe tenersi domani, poi il disegno di legge di conversione dovrà passare al Senato

Nessuna sorpresa dall’assembla di Montecitorio. Il decreto Pa, al quale sono stati aggiunti due emendamenti relativi al Pnrr – uno sul controllo concomitante della Corte dei conti e un altro sulla cosiddetta proroga dello scudo erariale fino al 30 giugno 2024 – ha ottenuto la fiducia della Camera. I voti a favore sono stati 203, i contrari 134 e tre le astensioni. Non è l’approvazione definitiva del testo. Anzi: secondo il regolamento di Montecitorio, adesso dovranno essere analizzati i 149 ordini del giorno presentati – quasi tutti – dalle opposizioni. Il centrosinistra, così, prova la strada dell’ostruzionismo: ciascun presentatore degli ordini del giorno ha a disposizione dieci minuti di intervento, di cui cinque per illustrarlo e cinque per fare la dichiarazione di voto. Inoltre, sono previsti ulteriori dieci minuti per ciascun deputato in sede di dichiarazione di voto finale sul decreto. A questo tentativo di dilatare i tempi, la maggioranza potrebbe contrapporre la richiesta della “seduta fiume”. I più ottimisti credono che si riuscirà a tenere il voto finale sul dl Pa comunque domani, 7 giugno. Dopodiché, il testo passerà al Senato: entro il 21 giugno e senza modificarlo, Palazzo Madama dovrà convertirlo in legge, pena la scadenza.

Non tutte le opposizioni, però, stanno abbracciando questa battaglia contro l’esecutivo Meloni. Ad esempio la senatrice di Azione, Mariastella Gelmini, ha scritto su Twitter: «Lo scontro istituzionale va sempre evitato, ma il blocco dei controlli concomitanti della Corte dei conti è un modo per accelerare la messa a terra delle risorse del Pnrr, indispensabili per il futuro del Paese». Il deputato di +Europa Benedetto Della Vedova, invece, ha lamentato l’eccessivo ricorso ai decreti in questa legislatura: «Non si può andare avanti così, solo con decreti. Non voteremo la fiducia anche perché, nonostante quello che ha detto il presidente della Repubblica, avete introdotto due emendamenti che non c’entravano nulla con questo provvedimento, quello sull’esercito, che poi per fortuna avete ritirato, e quello sul controllo della Corte sul Pnrr». Della Vedova, intervenendo in Aula, ha sollevato anche un dubbio sulla coerenza di Fratelli d’Italia: «Ci chiediamo perché Fazzolari o Malan hanno così radicalmente cambiato idea sui controlli del Pnrr, visto che avevano presentato un disegno di legge sul controllo concomitante. State cercando – ha concluso – di coprire la confusione che avete fatto sul Pnrr, ma il Pnrr è una cosa troppo importante per l’Italia, lo state trasformando in un problema, in uno scontro istituzionale. Questo non va bene».

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