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Schlein a Cartabianca, le bordate ai nemici nel Pd: «Attacchi da chi non decide più. Renzi? Passato lui c’è da ricostruire»

L'ex premier aveva bollato gli esponenti della sinistra massimalista come perdenti anche nelle assemblee di condominio. Per la segretaria dem il condominio Pd dopo di lui deve ancora essere rimesso in piedi

Gli attacchi più duri Elly Schlein li riserva per i nemici interni al Pd e per un ex come Matteo Renzi. Ospite di Cartabianca su Raitre, la segretaria dem risponde alle diverse critiche già collezionate da quando ha vinto le primarie. A cominciare dall’ex premier Matteo Renzi, che dopo il flop alle Comunali ha accusato gli esponenti della sinistra massimalista di infiammare gli animi dei tifosi, per poi perdere anche le riunioni di condominio. «Diciamo che prima devo ricostruire il condominio dopo che è passato lui», risponde Schlein che ne ha anche per chi l’attacca dall’interno del partito. A chi le rimprovera eccessiva vaghezza e assenza di un programma chiaro, la segretaria Pd replica: «Sono una persona che non prende mai una decisione senza ascoltare altri 10. Io credo in un modello di leadership che si circonda dei più competenti e non dei più fedeli. Non sono disposta più a tornare al meccanismo dei caminetti in cui si decideva in pochi. Se qualcuno pensava che non sarebbe cambiato niente si sbagliava. Io mi confronto molto spesso e con tutti. Ma su due punti: non facciamo i caminetti con i soggetti di prima, e abbiamo ricevuto un mandato un programma chiaro». Tra le tante critiche incassate, non ce ne sarebbe una che le ha fatto più male: «Le critiche si ascoltano sempre – risponde Schlein a Bianca Berlinguer – fa pare dell’ascolto e aiuta a prendere scelte migliori. Se devi fare scelte nette, problema del Pd negli ultimi anni che l’ha portato a non prendere mai una decisione. Vogliamo fare un percorso che coinvolga il Paese, non solo il partito. A differenza di chi ci governa, credo che ci siano sfide oggi come il cambiamento climatico che non trova più soluzione nei nostri confini nazionali. Non è rifugiandosi in confini ristretti che troveremo soluzioni».

Gli attacchi a Giorgia Meloni

Prima di infiammarsi Schlein aveva puntato dritto contro il governo Meloni, accusandolo di avercela «con le persone povere. È aumentata la precarietà e hanno colpito le persone più fragili col decreto Cutro abolendo la protezione speciale. Vedo un’involuzione economica, sociale, ambientale». A proposito della stretta sui controlli della Corte dei conti sui progetti del Pnrr, Schlein insiste che il governo «ha fatto un’ulteriore forzatura per distogliere l’attenzione dai ritardi sul Pnrr. Il governo deve dirci perché ha passato otto mesi a parlare della governance del piano, deve spiegarci i motivi dei ritardi. Io temo che questo governo non condivida le finalità del Pnrr, ho il timore che non condividendo finalità e obiettivi del Pnrr cerchi dei capri espiatori». Un metodo che trova una sintesi nel «vittimismo» dice Schlein «la cifra politica di Giorgia Meloni e ora l’ha portato ad essere vittimismo di Stato, ma oggi sono al governo e devono dare risposte al Paese».

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