In Evidenza ENISiriaUSA
ECONOMIA & LAVOROCrescita economicaGoverno MeloniItaliaOCSERecovery PlanUnione europea

L’alert Ocse: «I ritardi del Pnrr possono ridurre la crescita in Italia». Pil +1,2% nel 2023, +1% nel 2024

07 Giugno 2023 - 10:17 Redazione
L'economia globale migliora, ma la ripresa è fragile. Mentre l'occupazione continua a crescere in modo robusto

«I ritardi nell’attuazione del Piano di ripresa e resilienza potrebbero ridurre la crescita del Pil dell’Italia»: è questo l’avvertimento che lancia l’Ocse nell’Economic Outlook 2023. Invece, una sua rapida attuazione è fondamentale per sostenere l’attività a breve termine e porre le basi per una crescita sostenibile nel medio periodo, oltre ad avere «l’ulteriore vantaggio di esercitare ulteriori pressioni al ribasso sul rapporto debito/Pil». Per quanto riguarda il prodotto interno lordo del nostro Paese tra quest’anno e il prossimo dovremmo registrare una crescita modesta: rallenterà dal 3,8% del 2022 all’1,2% quest’anno e all’1% il prossimo.

L’economia globale migliora, ma la ripresa è fragile

«I rischi per la crescita sono sostanzialmente bilanciati – rassicura l’organizzazione – anche grazie agli elevati risparmi delle famiglie che potrebbero guidare a un rimbalzo della domanda interna più rapida del previsto». Sul fronte del lavoro, il tasso di disoccupazione è storicamente basso, i posti vuoti restano numerosi, ma l’occupazione continua a crescere in modo robusto, nonostante la diminuzione della popolazione in età lavorativa. Da punto di vista globale, gli sviluppi economici registrano un miglioramento, ma la ripresa resta fragile. «L’economia globale sta girando un angolo, ma deve affrontare una strada lunga e tortuosa per raggiungere una crescita forte e sostenibile», commenta il capo economista Clare Lombardelli.

Necessarie le misure contro l’evasione fiscale

«Le prospettive restano ancora significativamente incerte e tra i motivi di maggior preoccupazione sono da evidenziare l’inflazione, i livelli di debito troppo alti e la guerra in Ucraina», aggiunge. E per questi motivi invita le banche a mantenere politiche monetarie restrittive fino a quando non ci saranno chiari segnali di attenuazione delle pressioni inflazionistiche. Inoltre, secondo gli economisti di Parigi «i piani di consolidamento dovrebbero includere misure ambiziose per combattere l’evasione fiscale. E revisioni complete della spesa per aumentare l’efficienza della spesa pubblica». Gli esperti ibadiscono a più riprese la necessità di una rapida attuazione delle misure del Pnrr. Perché potrebbero avere il beneficio aggiuntivo di ridurre il rapporto tra debito e Pil. L’Ocse ricorda, infine, che sta «anche aumentando il costo del governo per rifinanziare l’ampio stock di debito pubblico. I costi del servizio del debito dovrebbero raggiungere circa il 4% del pil nel 2024».

Leggi anche:

Articoli di ECONOMIA & LAVORO più letti