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Verona, le torture della polizia ai senzatetto: «Mi hanno usato come straccio per pulire l’urina»

07 Giugno 2023 - 07:04 Redazione
verona polizia tortura senzatetto nicolae daju
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Il racconto del cittadino rumeno Nicolae Daju: il pestaggio e lo spray urticante, poi il rilascio senza spiegazioni

Un ispettore di polizia e quattro agenti sono stati arrestati a Verona. Le accuse sono tortura, lesioni aggravate, peculato, rifiuto e omissione di atti di ufficio e falso ideologico in atto pubblico. Secondo le indagini effettuavano pestaggi ai danni di cittadini fermati nel corso di controlli di routine, quasi sempre stranieri. Uno di loro è il cittadino rumeno Nicolae Daju. 56 anni, vive a Verona da 3, era venuto per cercare lavoro ma ora dorme sulle panchine del parco davanti al cimitero monumentale. E a la Repubblica racconta che i poliziotti lo hanno usato anche come straccio per pulire il pavimento. Tutto comincia il 14 ottobre 2022: «Mi trovavo al bar Primo Kilometro, in zona Fiera. Ero con un amico, stavamo bevendo una birra e un caffè. Improvvisamente è arrivata una macchina della polizia, sono scesi due agenti, sono venuti subito da noi. E ci hanno chiesto i documenti».

Il pestaggio

Nicolae ricorda di aver dato la carta d’identità. E che poi l’hanno costretto a salire in auto. «Ma prima di farmi entrare all’interno mi hanno spruzzato in faccia lo spray urticante», sostiene. I poliziotti lo hanno fatto «senza motivo. Non avevo fatto niente». Una volta in questura «uno dei due poliziotti (dalla descrizione si capisce che parla di Alessandro Migliore, ndr) mi ha afferrato i capelli e trascinato di peso, fino a rinchiudermi dentro una cella con una parete trasparente». Dice di non aver reagito perché aveva paura. E sostiene di essere una delle persone trascinate a terra nell’urina di cui si parla nell’ordinanza di arresto. «Avevo bisogno di andare al bagno, con urgenza. Ho cercato di attirare l’attenzione di un poliziotto gesticolando attraverso la parete trasparente». A quel punto «mi hanno detto che non era possibile andare al bagno e che avrei dovuto farla a terra».

L’urina a terra

A quel punto, dice nel colloquio con Enrico Ferro, lui ha obbedito all’ordine: «Certo, mi sono messo in un angolo e ho fatto pipì. Purtroppo mi hanno punito per questo». Ovvero: «Appena ho finito di urinare un poliziotto (l’assistente capo Loris Colpini, ndr) è entrato dentro come una furia. Mi ha spruzzato in faccia lo spray urticante ancora una volta e poi mi ha trascinato a terra sopra la pozza di urina». Non è riuscito a ribellarsi perché «ero in confusione per lo spray e mi faceva male dappertutto». Infine: «Quando mi sono rialzato, a un certo punto, il primo poliziotto (Migliore) mi ha colpito con un pugno all’altezza del fegato». E alla fine «poco dopo le 21 mi hanno accompagnato alla porta e lasciato andare».

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