Francesca Vecchioni e la diversità: «Persone non bianche e con disabilità vanno in tv solo se sono eroi o sportivi»

La figlia del cantautore Roberto: da ragazzina non mi riconoscevo in nessun racconto

Francesca Vecchioni, 48 anni, è presidente di Diversity, fondazione no profit impegnata contro la discriminazione. Nata dal primo matrimonio del cantautore Roberto Vecchioni con Irene Bozzi, ha avuto due gemelle con la ex compagna Alessandra Brogno. Oggi si batte per i diritti delle famiglie Arcobaleno. E in un’intervista a Repubblica oggi spiega che da ragazzina ha sofferto: «Ero un’adolescente che non si riconosceva in nessun racconto, perché il mio non c’era. Immagini cosa vuol dire per un ragazzo o una ragazza, non vedere mai la propria storia. Questa cosa ha un impatto enorme. E conta moltissimo il modo in cui sei rappresentato. Le persone con disabilità o di etnia non caucasica, solo per fare un esempio, appaiono solo in un certo modo, se sono eroi e battono record. O sono campioni o in tv non li vedi».


La nuova Rai

Vecchioni dice che la Rai “di destra” prossima ventura la preoccupa: «Viale Mazzini ha un contratto di servizio, io credo fortemente che tutte le persone abbiano bisogno di vedersi rappresentate e la Rai è di tutti. Se dovesse smettere o diminuire questa rappresentazione, visto che la scelta è ampia, le persone andranno altrove. Sceglieranno chi si rivolge a loro, tra l’altro oggi i programmi più inclusivi risultano essere quelli di maggior successo e le nuove generazioni ci insegnano l’inclusione. Dovrebbero essere i broadcaster ad avere paura di perdere il contatto col pubblico».


I genitori di un figlio queer

Mentre ai genitori di un figlio queer direbbe «che devono rendersi conto che un figlio non può essere felice fino in fondo se non è autentico con loro. Far aderire tuo figlio alle aspettative che non lo rendono felice è l’errore più grande che può fare un genitore, perché lo allontana». I suoi genitori «mi hanno insegnato a non dare mai nulla per scontato, a capire l’altra persona. Quando parliamo con chi la pensa diversamente non possiamo sempre pensare che sia in malafede o abbia torto, a volte non sa. Il diverso da noi può arricchirci». Lei, invece, alle figlie ha insegnato «a non dare giudizi, a pensare che tutto può essere, che le persone possono cambiare e che la vita ti sorprende sempre».

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