L’omelia di Delpini, l’omaggio delle autorità, i cori in piazza e le lacrime dei parenti. Cosa è successo ai funerali di Silvio Berlusconi al Duomo di Milano

La cerimonia solenne si è conclusa poco dopo le 16. La commozione della premier Meloni e il pianto ininterrotto di Marta Fascina

Si sono conclusi a Milano i funerali di Stato per per l’ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, spentosi lunedì all’età di 86 anni. Pochi minuti prima delle 15 il feretro è arrivato in piazza Duomo, per ricevere il saluto del picchetto interforze. Quindi l’ingresso nella chiesa principale di Milano, tra gli applausi. Dalle 13.30, avevano iniziato a prendere posto all’interno della Cattedrale i partecipanti. Tra gli ultimi ad arrivare la premier Giorgia Meloni, attorno alle 14.40; subito dopo anche il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, accolto da un applauso all’ingresso nel Duomo. All’esterno della chiesa, intanto, gli ultras del Milan hanno tributato per lunghi tratti cori e applausi per Berlusconi. La funzione è terminata dopo circa un’ora, alle 16.15. Le esequie sono state celebrate con il rito ambrosiano e non il rito romano. Marta Fascina, l’ultima compagna di Berlusconi, ha pianto ininterrottamente. Prima che il feretro abbandonasse piazza Duomo, Fascina ha accarezzato e baciato la bara. Marina, la primogenita, ha scosso la testa quasi in segno di incredulità.


La fine della cerimonia

Al termine della funzione, poco dopo le 16, Delpini ha stretto la mano alle autorità presenti, partendo da Mattarella, passando poi al banco dei familiari del defunto. Accompagnata dai canti del coro e scortata dai carabinieri in alta uniforme, la bara ha attraversato la navata centrale del Duomo, uscendo dalla facciata principale della chiesa. Davanti alla bara, la corona di fiori portata dai Corazzieri. Dietro, Fascina e i familiari. Le persone all’interno della chiesa hanno applaudito fino a quando il feretro non è stato caricato sul carro funebre. Anche la folla accorsa nella piazza ha fatto partire un forte applauso, mentre le bandiere del Milan hanno sventolato senza sosta durante la cerimonia, fino alla partenza del veicolo con il feretro. «C’è solo un presidente» si è sentito intonare dalla folla, mentre il picchetto interforze ha reso gli ultimi onori a Berlusconi.

L’omelia di Delpini: «Berlusconi uomo di vita, amore e felicità»

L’omelia del celebrante, l’arcivescovo di Milano Mario Delpini, si è concentrata sul desiderio di vita di Berlusconi. Ecco alcuni passaggi della sua orazione: «Un desiderio di vita, di amore, di felicità. Vivere. Vivere e amare la vita. Vivere e desiderare una vita piena. Vivere e desiderare che la vita sia buona, bella per sé e per le persone care. Vivere e intendere la vita come una occasione per mettere a frutto i talenti ricevuti. Vivere e accettare le sfide della vita. Vivere e attraversare i momenti difficili della vita. Vivere e resistere e non lasciarsi abbattere dalle sconfitte e credere che c’è sempre una speranza di vittoria, di riscatto, di vita. Vivere e desiderare una vita che non finisce e avere coraggio e avere fiducia e credere che ci sia sempre una via d’uscita anche dalla valle più oscura. Vivere e non sottrarsi alle sfide, ai contrasti, agli insulti, alle critiche, e continuare a sorridere, a sfidare, a contrastare, a ridere degli insulti. Vivere e sentire le forze esaurirsi. Vivere e soffrire il declino e continuare a sorridere, a provare, a tentare una via per vivere ancora. Ecco che cosa si può dire di un uomo: un desiderio di vita, che trova in Dio il suo giudizio e il suo compimento».

E ancora, di Berlusconi, Delpini ha detto che era un uomo che amava tanto e voleva essere amato: «Amare e cercare l’amore, come una promessa di vita, come una storia complicata, come una fedeltà compromessa. Desiderare di essere amato e temere che l’amore possa essere sempre e solo una concessione, una accondiscendenza. Amare e desiderare di essere amato per sempre e provare le delusioni dell’amore e sperare che ci possa essere una via per un amore più alto, più forte, più grande. Amare e percorrere le vie della dedizione. Amare e sperare. Amare e affidarsi. Amare ed arrendersi. Ecco che cosa si può dire dell’uomo: un desiderio di amore, che trova in Dio il suo giudizio e il suo compimento». Avviandosi a conclusione, il monsignore ha aggiunto: «Quando un uomo è un uomo politico, allora cerca di vincere. Ha sostenitori e oppositori. C’è chi lo esalta e chi non può sopportarlo. Un uomo politico è sempre un uomo di parte. Quando un uomo è un personaggio, allora è sempre in scena. Ha ammiratori e detrattori. Ha chi lo applaude e chi lo detesta. Berlusconi è stato certo un uomo politico, è stato certo un uomo d’affari, è stato certo un personaggio alla ribalta della notorietà».

Dei tre concetti su cui verte l’omelia – vita, amore e felicità – ecco l’ultimo: «Essere contento e amare le feste. Godere il bello della vita. Essere contento senza troppi pensieri e senza troppe inquietudini. Essere contento degli amici di una vita. Essere contento delle imprese che danno soddisfazione. Essere contento e desiderare che siano contenti anche gli altri. Essere contento di sé e stupirsi che gli altri non siano contenti. Essere contento delle cose buone, dei momenti belli, degli applausi della gente, degli elogi dei sostenitori. Godere della compagnia. Essere contento delle cose minime che fanno sorridere, del gesto simpatico, del risultato gratificante. Essere contento e sperimentare che la gioia è precaria. Essere contento e sentire l’insinuarsi di una minaccia oscura che ricopre di grigiore le cose che rendono contenti. Essere contento e sentirsi smarriti di fronte all’irrimediabile esaurirsi della gioia. Ecco che cosa si può dire dell’uomo: un desiderio di gioia, che trova in Dio il suo giudizio e il suo compimento. Silvio Berlusconi è stato un uomo ed ora incontra Dio». Al termine dell’omelia, è partito un lungo applauso dei presenti.

La cerimonia funebre

Puntuale, alle 15, il feretro di Berlusconi ha fatto il suo ingresso nel Duomo di Milano. La bara ha percorso la navata centrale, accompagnata da un lungo applauso. Non sono sfuggite alle telecamere le lacrime di Antonio Tajani, per lungo tempo numero due del Cavaliere in Forza Italia. Pianto ininterrotto della compagna di Berlusconi, Marta Fascina. Visibilmente commossi i anche il fratello Paolo e i figli Marina, Barbara e Pier Silvio. Prima di sedersi, l’ad di Mediaset ha abbracciato Maria De Filippi e salutato la moglie Silvia Toffanin. Alle 15.10 circa, ha preso il via la cerimonia.

Le personalità

Le personalità internazionali, accolte all’ingresso dal sindaco Beppe Sala e dal governatore lombardo Attilio Fontana, il presidente del Ppe Manfred Weber e il presidente ungherese Viktor Orban. Da un lato della navata centrale si trovano i famigliari dell’ex premier, la compagna Marta Fascina e poi a seguire i cinque figli ed il fratello del Cavaliere, Paolo Berlusconi; dall’altro siederanno invece le autorità. Ha fatto il suo ingresso in Chiesa il vicepremier e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, accompagnato dalla fidanzata Francesca Verdini e dal figlio Federico. Presenti in Duomo anche il leader di Italia Viva Matteo Renzi e Paolo Gentiloni che rappresenterà la Commissione Ue.

Tra i governatori di Regione, Michele Emiliano, presidente della Regione Puglia Renato Schifani della Sicilia e Giovanni Toti, governatore della Liguria che all’ingresso ha definito la giornata «straziante». Per il mondo dello Sport, sono entrati all’interno del Duomo l’amministratore dell’Inter Giuseppe Marotta e il presidente della squadra nerazzurra Steven Zhang. In Cattedrale sono inoltre arrivati insieme anche il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis e il presidente della Lazio Claudio Lotito. Tra i presenti anche l’allenatore della Juventus Massimiliano Allegri e Arrigo Sacchi. Ad assistere alle esequie che inizieranno alle 15, anche la ex compagna di Berlusconi Francesca Pascale. Molto commossa e con occhiali scuri, Pascale non ha voluto rilasciare dichiarazioni: «Vi chiedo scusa non è il momento». Ci sarà anche la ex moglie Veronica Lario: accanto a lei Paolo Beretta, Silvio Beretta e Federica Fumagalli. Sul lato sinistro, al primo posto siederà il Capo dello Stato, poi il presidente iracheno l’emiro del Qatar i due capitani reggenti di San Marino, ovvero i capi stato presenti alle esequie. A seguire i vertici di Camera e Senato, Ignazio La Russa, Lorenzo Fontana. Poi la premier Giorgia Meloni, la presidente della Corte Costituzionale Silvana Sciarra, il presidente della Lombardia Attilio Fontana, il sindaco di Milano Giuseppe Sala ed il prefetto della città Saccone. Nelle file subito dietro i capi di governo Orban e quello albanese. Poi delegazioni straniere da molti altri Paesi tra cui Gentiloni a rappresentare la Commissione europea. Tra i personaggi del mondo dello spettacolo, anche l’ex agente Lele Mora.

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