Stop al taglio dei vitalizi per gli ex senatori, Conte all’attacco: «Privilegi ripristinati alla chetichella». Cosa è successo al Senato

Il Consiglio di Garanzia di Palazzo Madama ha deliberato la cancellazione del ricalcolo dell’assegno di base, che torna ad agganciarsi allo stipendio anziché ai contributi versati

Il Consiglio di garanzia del Senato ha deciso lo stop al taglio dei vitalizi introdotto nel 2018 quando il M5s era in maggioranza con la Lega a sostegno del governo Conte I. Quello stop prevedeva che l’assegno di base fosse calcolato con il metodo contributivo, ossia basato sul calcolo di quanto effettivamente versato, e non con il metodo retributivo, cioè non sulla base dello stipendio da parlamentare percepito. Ma lo scorso 5 luglio il Consiglio di garanzia di Palazzo Madama ha deciso la «cessazione degli effetti della delibera 6 del 2018 a far data dal 13 ottobre 2022». La misura riguarda gli assegni antecedenti al 2012, quando venne deciso che venisse applicato il sistema contributivo e non più retributivo anche ai parlamentari. Una decisione che arriva nell’ultima seduta dell’organismo parlamentare costituito da membri eletti nella precedente legislatura, prima dell’insediamento dei nuovi sostituti del Consiglio, eletti in questa legislatura. L’ormai ex Consiglio di garanzia del Senato era composto Luigi Vitali (ex senatore Forza Italia), Ugo Grassi (ex M5s), Alberto Balboni di Fratelli d’Italia, Pasquale Pepe della Lega e Valeria Valente del Partito democratico.


Chi ha votato a favore e chi contro

Secondo quanto riferisce Ansa, che cita fonti parlamentari, a votare a favore dello stop al taglio dei vitalizi sono arrivati dall’ex M5s Grassi e dall’uscente presidente ed ex senatore di Forza Italia Luigi Vitali. I voti contrari son arrivati da Pasquale Pepe della Lega e da Alberto Balboni di Fratelli d’Italia, mentre Valeria Valente del Partito democratico si è astenuta. Luigi Vitali, presidente uscente del Consiglio di garanzia ed ex senatore di Forza Italia, intervistato da Il Messaggero; ha dichiarato: «La delibera del 2018 era strampalata e lo dicono sia il presidente dell’Inps che un parere del Consiglio di Stato. Il presidente dell’Inps dice che c’è spesa storica pesante, ma anche che la Camera non ha dato elementi oggettivi per dire che i tagli sono corretti» con l’effetto di «colpire alla cieca con riduzioni anche del 60 o 70%».


Cosa cambia dopo la delibera

Ma in sostanza cosa cambia dopo quest’ultima delibera? Nel 2018, sia la Camera dei Deputati sia il Senato approvarono il taglio dei vitalizi agli ex parlamentari, riducendoli anche del 50% con il ricalcolo con il metodo contributivo. Con quel sistema di calcolo si raggiunse un risparmio di 60 milioni di euro per i vitalizi degli ex senatori. Nel 2020 però il taglio venne ridotto, portando il risparmio complessivo per Palazzo Madama a 40 milioni di euro all’anno. Con la delibera dello scorso 5 luglio, però, torneranno gli ex maxi assegni. A beneficiarne saranno 851 senatori e senatrici e 444 familiari dei senatori scomparsi.

Conte: «Privilegi ripristinati alla chetichella»

A stretto giro è arrivato il commento dell’ex premier Giuseppe Conte: «Misure contro il carovita, l’aumento di mutui e degli affitti? Macché. I patrioti di Giorgia Meloni evidentemente hanno altre priorità: il ripristino dei privilegi per i parlamentari. Il Consiglio di Garanzia del Senato, composto per quattro membri su cinque da esponenti del centrodestra e purtroppo senza nessun rappresentante dei 5 Stelle, ha ripristinato alla chetichella i vitalizi per i senatori delle passate legislature».

Balboni: «Conte si informi, il taglio è passato con i voti anche di un ex M5s»

A seguito delle parole dell’ex premier è intervenuto Alberto Balboni, senatore di Fratelli d’Italia, che ha dichiarato: «Conte prima di parlare si informi. Magari dall’ex parlamentare eletto nel 2018 nelle file del M5S, senatore Grassi. Le votazioni sono andate esattamente al contrario di quello che dice Conte. Evidentemente mente sapendo di mentire». E il senatore di FdI ha chiarito: «Il mio voto è stato contrario al ripristino dei vitalizi e per correttezza non dico come hanno votato i miei colleghi. Mi limito a sottolineare che la decisione è passata con il voto decisivo del cosiddetto campo largo, cui aspira l’ex premier dei 5 Stelle. Aspetto le scuse da Conte, o devo concludere che è un bugiardo».

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