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Oltre un miliardo alla Chiesa cattolica con l’8 per mille, molto meno allo Stato: a chi vanno i contributi nel 2023

nuova irpef taglio tasse governo draghi
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A esprimere una scelta per l'8 per mille solo il 40% dei contribuenti italiani, ma come prevede la legge, anche chi non ha indicato nulla contribuisce in proporzione alle scelte degli altri

È di oltre un miliardo di euro la cifra destinata alla Chiesa cattolica secondo le indicazioni dei contribuenti italiani per l’8 per mille. Secondo i dati del Dipartimento delle Finanze, su oltre 41,5 milioni di contribuenti nel 2019, il 40,5% cioè poco meno di 17 milioni ha espressamente indicato a chi destinare il proprio 8 per mille ripartito quest’anno. Un terzo dei contribuenti, il 72% di quelli che hanno espresso una scelta, ha scelto la Chiesa Cattolica. A seguire c’è lo Stato con il 22,6%, parti a 330 milioni di euro. Rispetto ai dati ancora provvisori del 2020 e 2021, c’è una lieve flessione sia per la Chiesa che rispettivamente era stata scelta dal 70,3% e dal 69,5%, sia per lo Stato, che nel 2020 era stato indicato dal 23,9% dei contribuenti che avevano espresso una scelta, e nel 2021 dal 24,6%.

Le scelte

Terza scelta del 2,9% dei contribuenti è stata la Chiesa Evangelica Valdese, che incassa 42 milioni di euro. A seguire l’Unione buddista con 13 milioni, l’Istituto buddista italiano Soka Gakkai con 6 milioni, l’Unione comunità ebraiche con 4,4 milioni, l’arcidiocesi ortodossa con 3,3 milioni, L’Unione Chiese cristiane avventiste del settimo giorno con 2,3 milioni, l’Unione induista italiana con 1,8 milioni, le Assemblee di Dio in Italia con 1,4 milioni e infine solo 297mila euro per la Chiesa Apostolica.

La ripartizione dei contributi di chi non ha indicato nulla

La libera scelta di finanziamento alla Chiesa cattolica, e alle altre organizzazioni, era stato istituito nel 1985 dopo gli accordi di villa Madama durante il governo Craxi. Da allora una sezione della dichiarazione dei redditi prevede la libertà di indicare se devolvere l’8 per mille a un’organizzazione religiosa o allo Stato. Ma come ricorda il sito del Governo in base alla legge 121 dell’85: «In caso di scelte non espresse dai contribuenti, la ripartizione avviene proporzionalmente alle scelte espresse». Quindi anche chi non ha fatto una scelta, circa il 60% dei contribuenti, vedrà il suo 8 per mille ripartito in proporzione alle opzioni inserite nel modulo della dichiarazione dei redditi, in primis la Chiesa Cattolica e solo dopo lo Stato.

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