In Evidenza ENISiriaUSA
ECONOMIA & LAVOROAlimentazioneColdirettiCommissione UELavoro e impresaMar MediterraneoUnione europea

Scontro tra pescatori e Unione Europea: «Con nuove norme sparisce dalle tavole un pesce pescato in Italia su tre»

15 Luglio 2023 - 08:59 Redazione
Il ministro per l'Agricoltura Lollobrigida: «Il governo sta lavorando»

È scontro tra pescatori italiani e Bruxelles. «Le nuove norme Ue sulla pesca fanno sparire dalle tavole un pesce italiano su tre. Il divieto della pesca strascico va a colpire il settore più produttivo della Flotta Italia, aprendo la strada a una vera e propria invasione di prodotto dall’estero. Ma anche cancellando dai menù i piatti più noti». A lanciare l’allarme è Coldiretti Impresapesca, che ha recentemente pubblicato il report «Pesce italiano addio, i rischi delle importazioni». Nella giornata di ieri, il commissario europeo alla Pesca e all’Ambiente Virginijus Sinkevicius ha presentato un nuovo piano. Tra i principali punti contestati all’Ue c’è il divieto della pesca a strascico. E l’obbligo di tagliare le aree di pesca (fino al 30% rispetto a quelle attuali), favorendo le importazioni dall’estero. Un aspetto che, secondo Coldiretti, rischia di rendere i piatti a base di pesce che finiscono in tavola degli italiani più pericolosi per la salute.

L’allarme di Coldiretti

Secondo l’analisi di Coldiretti Impresapesca, la scomparsa del sistema a strascico andrebbe a toccare il 35% del pescato su scala nazionale. Inoltre, l’eliminazione della pesca a strascico per l’Italia porterebbe all’aggravamento di una situazione che già 2022 ha visto arrivare in supermercati e ristoranti del nostro Paese oltre 1 miliardo di chili di prodotti stranieri. Sia freschi sia trasformati. Ma venduti come se fossero stati pescati in acque italiane. Oltre agli impatti per la salute e per l’economia collegati dall’import di prodotti dall’estero, Coldiretti somma anche «gli effetti combinati del surriscaldamento, dei cambiamenti climatici e di una burocrazia comunitaria sempre più asfissiante. Con il risultato, che nello spazio di un trentennio sono già scomparsi il 33% delle imprese. E ben 18 mila posti di lavoro, con la flotta ridotta ad appena 12 mila unità».

La protesta dei pescatori a San Benedetto del Tronto

Nella giornata di ieri si è svolta anche una protesta dei pescatori a San Benedetto del Tronto, uno dei più importanti scali pescherecci italiani. Ha preso parte anche il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, che ha dichiarato: «Il pescatore italiano garantisce qualità. Il pesce italiano pescato nel nostro mare è eccellenza. Il governo Meloni non è disposto a indebolire gli interessi dei nostri assetti produttivi e sacrificare un mondo che rappresenta una cultura e una produzione di qualità. Sul piano internazionale stiamo sollevando questioni che vedono sempre più Stati convergere sull’idea che la sovranità alimentare europea è sempre più necessaria. E che non ci si può affidare, come avvenuto in passato, a filiere instabili».

L’intervento di Lollobrigida

E il ministro dell’Agricoltura ha concluso: «In Europa come in Italia stiamo sostenendo le ragioni dei nostri pescatori che, insieme agli agricoltori, sono i primi ambientalisti. Ma l’Europa ha lavorato molto per convincere i nostri agricoltori a non coltivare e i nostri pescatori a non pescare. Le marinerie si sono indebolite e si sono rafforzate, peraltro nello stesso bacino, senza alcuna garanzia di sostenibilità ambientale, le marinerie dei Paesi terzi, dall’altra parte del Mediterraneo. Non ha senso», assicurando che «il ministero sta lavorando per creare un’alleanza per prendere posizioni chiare e nette». Al fine di «tutelare salute degli italiani, l’economia nazionale e i posti di lavoro dei pescatori.

Leggi anche:

Articoli di ECONOMIA & LAVORO più letti