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Cosa sono le supercelle temporalesche e cosa c’entrano con gli eventi estremi al Nord (e al Sud)

26 Luglio 2023 - 06:14 Redazione
supercella temporalesca apocalisse nord 1
supercella temporalesca apocalisse nord 1
I fenomeni atmosferici che colpiscono il Settentrione collegati a un evento di solito presente negli Usa. Il caldo è collegato

Le supercelle temporalesche sono i fenomeni atmosferici che stanno colpendo il Nord Italia. Di solito sono ricorrenti nelle pianure centrali degli Stati Uniti. Ma l’Apocalisse di ieri a Milano ne può costituire un esempio nostrano. Tre supercelle si sono formate nella notte tra lunedì e martedì. Sopra Milano, Verona e Venezia. Le ultime due poi si sono mosse da ovest a est. Andando così a colpire il Friuli Venezia Giulia. Le supercelle sono caratterizzate dalla presenza di un’area in cui le masse d’aria ruotano in modo vorticoso. Quest’area viene chiamata mesociclone e può avere un diametro di alcuni chilometri.

Il tornado, il ciclone, la mesoscala

A decodificare il concetto di “supercella”, fa sapere oggi il Corriere della Sera, sono stati due scienziati americani: Horace R. Byers e Roscoe R. Brahams. Quello che le caratterizza, spiega Vincenzo Levizzani del Cnr di Bologna, «è un cuore rotante sul proprio asse che si forma intorno a una bassa pressione molto piccola rispetto a quelle dei cicloni atlantici. Si tratta di una bassa pressione alla mesoscala di qualche centinaio di metri fino a 1-2 chilometri di diametro. La cella ruota in maniera ciclonica con un moto antiorario». La rotazione antioraria è definita dalla latitudine. E genera un temporale con venti fortissimi e grandinate. Per verificarlo ci vuole un radar doppler che può verificare la formazione del meso-ciclone. Byers e Brahams con il Thunderstom project definirono la struttura stessa del temporale a cella.

Aria che sale, aria che scende

Si tratta di aria calda che sale (updraft) formando nudi che arrivano alla stratosfera. A quel punto entra in gioco il downdraft, ovvero la corrente fredda che scende verso il suolo. C’è una differenza da segnalare rispetto a un temporale multicella: «Nel multicella – spiega Levizzani – il fronte di aria fredda che scende al suolo forma delle brezze fredde che si incuneano sotto l’aria calda, causando letteralmente la formazione di un’altra cella sullo stesso posto. In sostanza sono dei temporali a cella che si autorigenerano e che dunque possono insistere violentemente», come imprigionando un luogo. Sempre pericoloso, ma comunque diverso. Anche perché, oltre alla rotazione, c’è un’altra caratteristica che rende la supercella dannosa: l’asse obliquo fa sì che l’aria fredda scenda a distanza anche di 1-2 km rispetto a dove l’aria calda sale. In sostanza un temporale normale tende a spegnersi da solo, tagliando alla base l’ updraft , questo no. È lungo, vorticoso e dannoso».

Una volta e basta

In compenso è molto improbabile, anche se non impossibile, che si ripresenti nello stesso luogo a breve. Antonello Pasini, fisico del clima del Cnr, in un’intervista a Il Messaggero aggiunge che il caldo soffocante al Sud e la grandine al Nord sono due facce della stessa medaglia: «Il riscaldamento climatico nel Mediterraneo, infatti, si declina in maniera molto particolare: aumenta la temperatura media e, allo stesso tempo, aumentano i fenomeni estremi». Oggi, spiega il climatologo, abbiamo perso l’anticiclone delle Azzorre che fungeva da cuscinetto di aria stabile rispetto a quello Africano. «Di fatto a causa degli effetti del riscaldamento globale – che è bene ribadire sono causati dall’uomo – si è espansa la circolazione equatoriale e tropicale verso il Nord. È così che l’anticiclone Africano riesce spesso a inoltrarsi nel Mediterraneo arrivando a coprire tutta l’Italia», sostiene Pasini.

La formazione delle supercelle

A questo punto il contrasto termico genera nubi temporalesche grandissime, chicchi di grandine, e correnti discensionali molto forti. Che arrivano al suolo e si trasformano in correnti orizzontali che hanno la forza di buttare giù alberi o scoperchiare case. «Qualche volta queste celle temporalesche diventano “supercelle” che iniziano a vorticare, generando tornado e trombe d’aria», conclude l’esperto del Cnr. E non saranno i temporali dei giorni scorsi a concludere tutto: «Probabilmente ci saranno altri fenomeni temporaleschi intensi. Francamente non mi preoccupa solo agosto, ma anche l’autunno». Perché «anche se finisce l’estate il Mediterraneo continua a essere caldo e, quindi, continua ad evaporare acqua che forma le nubi e così via».

Le previsioni di oggi

Intanto per oggi il Centro Nazionale per la Meteorologia e Climatologia Aerospaziale (Cnmca) prevede nubi compatte con rovesci e temporali sulla Pianura Padana centro orientale e sul resto della Romagna, in successiva estensione anche alle aree costiere di veneto e Friuli-Venezia Giulia, ma con fenomenologia in graduale esaurimento nel corso del pomeriggio con aperture sempre più ampie. Sul resto del settentrione ampio soleggiamento, salvo annuvolamenti cumuliformi ad evoluzione diurna a ridosso dei rilievi alpini con lievi rovesci e qualche locale temporale, più probabili sul Trentino Alto Adige. Al centro e in Sardegna sono attesi addensamenti compatti nella notte ed al primo mattino sulla porzione orientale in Toscana, con locali rovesci temporaleschi che poi coinvolgeranno nella mattinata anche Marche, Umbria, settore appenninico laziale e l’Abruzzo. Seguirà poi un graduale un rapido miglioramento pomeridiano con spazi di cielo sereno sempre più estesi.

Le temperature minime

Al Sud il Cnmca prevede un graduale aumento delle nubi nel corso della mattinata sulle regioni adriatiche e sulle zone appenniniche campane e lucane, con lievi piogge e qualche isolato temporale pomeridiano, in successivo assorbimento serale con cielo pressoché stellato. Prevalentemente soleggiamento sul resto del sud e sulla Sicilia. Le temperature minime sono attese stazionarie o in lieve rialzo su Lombardia occidentale e Puglia salentina, mentre finalmente è atteso un sensibile calo sul resto d’Italia. Massime in tenue rialzo sul levante ligure. Senza variazioni di rilievo sulle aree pianeggianti piemontesi e Lombardia centromeridionale. In diminuzione sul resto de paese, più netta su coste nord adriatiche e al centro-sud.

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