Nubifragi al Nord, incendi al Sud: il governo si prepara a deliberare lo stato di emergenza

Dopo la Lombardia, anche i governatori di Sicilia e Veneto dovrebbero inoltrare le richieste. L’esecutivo affronterà il tema nel Cdm di domani sera

Le immagini di alberi sradicati e tetti divelti che provengono da Milano e il suo hinterland. I video delle fiamme che circondano il capoluogo Palermo e si diffondono in tutta la Regione, fino a Catania. Lombardia e Sicilia sono le due facce dell’Italia che, in questi giorni, sta fronteggiando emergenze opposte e, insieme, correlate. Nubifragi al Nord e incendi al Sud, con vittime e danni economici ancora difficili da quantificare. Gli eventi climatici di questa estate non danno tregua nemmeno all’Emilia-Romagna, già travolta dalle alluvioni nelle scorse settimane. E poi c’è il Veneto, dove gli abeti e i larici caduti rievocano l’incubo della tempesta Vaia. Il Piemonte, dove una tempesta notturna ha interrotto la viabilità e devastato i campi agricoli della provincia di Novara. Nel Meridione, oltre che in Sicilia, sono diverse le porzioni di territorio avvolte dai roghi. Nelle ultime 48 ore, in Calabria, il numero di incendi di bosco e sterpaglie supera i 70. Per sbloccare risorse economiche e facilitare il lavoro di risposta ai cataclismi, il governo Meloni si appresa a deliberare lo stato di emergenza in diverse regioni italiane. Già nel Consiglio dei ministri previsto per domani, 26 luglio, alle ore 19, i provvedimenti potrebbero essere firmati.


Lo stato di emergenza e le dichiarazioni in Aula

Lo fa intendere lo stesso ministro per la Protezione civile, Nello Musumeci: «Lo stato di emergenza è stato chiesto dalla Lombardia, ma lo chiederanno anche altre regioni, ho parlato con il presidente del Veneto. I governi regionali faranno una ricognizione con una prima quantificazione dei danni e poi trasmetteranno la richiesta al Governo nazionale che delibererà lo stato di emergenza». Il collega nell’esecutivo, Roberto Calderoli, titolare del dicastero per gli Affari regionali, ha anche comunicato ai senatori che c’è la disponibilità di Musumeci a riferire in Aula: «La segreteria del ministro Musumeci, contattata informalmente, ci ha dato la disponibilità a riferire». Sempre il ministro per la Protezione civile, parlando ai microfoni di Sky, ha descritto la giornata di oggi «una delle giornate più difficili, dal punto di vista climatico, degli ultimi anni. In questo momento dobbiamo tentare di salvare il salvabile. C’è una coincidenza di elementi che rende la situazione molto complessa». Riguardo alla situazione siciliana, ha aggiunto: «Lo scirocco non consente ai velivoli di alzarsi in volo per lo spegnimento degli incendi. Tutto quello che si poteva fare con Vigili del fuoco, Corpo forestale, Protezione civile, è stato fatto. La forza della natura tende a sopraffare quella dell’uomo».


Le richieste in arrivo da Veneto, Lombardia e Sicilia

Il veneto Luca Zaia ha già comunicato al ministro l’intenzione di ricorre allo stato di emergenza per i territori colpiti. In Lombardia, è stato l’assessore regionale alla Sicurezza, Romano La Russa, ad anticipare che la richiesta verrà presentata «entro oggi» da Attilio Fontana, con una stima di danni causati che supera i 100 milioni. Il governatore l’ha formalizzata nel pomeriggio di oggi: «A una prima stima risultano oltre 40 milioni di euro di danni, ma mancano ancora le segnalazioni degli eventi degli ultimi giorni e di quelli in corso». Per la Sicilia, i consiglieri regionali di Fratelli d’Italia e i parlamentari nazionali hanno espresso la richiesta di decretare lo stato di emergenza. Così in una nota congiunta: «L’emergenza incendi e la straordinaria ondata di calore hanno messo in ginocchio l’isola. La chiusura dei due principali aeroporti di Catania e Palermo, uno da oltre una settimana, l’altro per alcune ore, ha di fatto isolato la Regione. Senza trascurare i numerosi disservizi dovuti all’assenza di luce e acqua, che mettono ancor più in difficoltà i cittadini in queste ore. Quello che si sta verificando è un danno senza precedenti. Si rischia di tornare ai numeri pre-pandemia, proprio nel periodo di picco dei flussi turistici e del rientro alla terra d’origine di decine di migliaia di persone, con perdite economiche enormi. Tali ragioni impongono la richiesta di individuare, come primo atto, i fondi a sostegno delle imprese colpite da questa gravissima situazione e convocare subito un tavolo per affrontare l’emergenza. Subito dopo occorre una riunione interministeriale per individuare le responsabilità, se ve ne fossero, a cominciare da Enel, e prevedere tutti gli interventi per evitare che quanto sta accadendo in questi giorni non si verifichi mai più». Il governatore Schifani ha confermato che la richiesta verrà inoltrata a breve: «Sono in attesa della relazione da parte della Protezione civile sulla situazione degli incendi in Sicilia in modo da poter dichiarare, già nella seduta della giunta di domani, lo stato di calamità e chiedere al governo nazionale il riconoscimento dello stato di emergenza per l’Isola».

La cassa integrazione per agricoltura ed edilizia

Nel Consiglio dei ministri di domani, infine, potrebbero arrivare anche interventi normativi a favore della cassa integrazione, nei settori edili e agricoli, in concomitanza di eventi meteo particolarmente ostili. È un’ipotesi maturata nel tavolo sull’emergenza caldo. L’Ansa scrive che «la ministra del Lavoro, Marina Calderone, ha spiegato di essere “pronti con norme” per consentire agli edili di accedere alla cassa integrazione ordinaria extra conteggio e per l’utilizzo ad ore della Cisoa, la cassa integrazione per gli operai agricoli a tempo indeterminato». Due novità che riguardano i settori più esposti ai rischi derivanti dalle alte temperature di queste settimane. «Sui cambiamenti climatici a cui stiamo assistendo sempre più frequentemente negli ultimi anni – ha affermato Calderone – c’è la necessità di una nuova visione e di misure dal respiro più ampio, capaci di includere azioni per la gestione in contemporaneità di eventi metereologici estremi molto diversi tra loro. Insieme agli ulteriori interventi normativi necessari, il coinvolgimento delle parti sociali nel confronto è alla base di una strategia che intende mettere, ancora una volta, la sicurezza dei lavoratori al primo posto». Anche il ministro della Salute, Orazio Schillaci, ha dichiarato: «La sicurezza e la salute dei lavoratori è una priorità del ministero della Salute. Insieme alle parti sociali puntiamo a varare al più presto una serie di misure di prevenzione e protezione, per assicurare ambienti di lavoro più sani e sicuri, utili non solo a gestire questa fase di emergenza ma anche per le scelte da compiere in futuro».

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