Puglia, la discussione sul Tfr da tagliare salta: manca il numero legale. E il consiglio non delibera su bollette e omofobia

Le assenze dei consiglieri impediscono anche di analizzare altri provvedimenti, come la legge contro l’omotransfobia

Consiglieri regionali già in vacanza, forse, assenti giustificati e chissà, ripicche politiche. Quello che è successo nell’ultimo Consiglio regionale della Puglia fa infuriare i vertici del partito di maggioranza in Regione. La presidente del Partito democratico di Bari, Titti De Simone, componente anche della direzione nazionale del Nazareno, la definisce «una vergogna» e afferma: «Stiamo parlando di una proposta di legge attesa, soprattutto in questo momento di aumento dei casi di omotransfobia, violenza. e discriminazioni. Ritengo che occupare la stampa per settimane solo con discussioni sul trattamento di fine mandato sia un boomerang politico per tutti». La dirigente tocca i due provvedimenti più caldi che avrebbero dovuto passare il vaglio del Consiglio regionale, ieri, ma la cui discussione è stata rimandata invece al prossimo Consiglio di settembre. Repubblica scrive che i consiglieri di maggioranza potrebbero aver fatto mancare il numero legale per una ripicca, «dopo la decisione di far saltare il trattamento di fine mandato, tanto caro al capogruppo del Pd, Filippo Caracciolo».


In Aula, erano rimasti soltanto 20 consiglieri, sotto la soglia del numero legale per proseguire con le votazioni. E gli altri provvedimenti a saltare sono, appunto, la legge regionale contro l’omotransfobia, che già era stata rinviata prima che «i litigi sul trattamento di fine mandato» monopolizzassero la discussione politica in Regione. Viene posticipata a settembre anche la nomina del garante per i disabili, forse per dei diverbi sul nome individuato. E anche la discussione sulla legge in materia di incentivazione alla transizione energetica, che prevede uno sconto in bolletta per i pugliesi, è stata rimandata, nonostante il governo nazionale abbia mosso delle eccezioni di incostituzionalità: il Consiglio regionale avrebbe dovuto modificare la legge seguendo le indicazioni arrivate direttamente dal ministero.


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