Genova, due indagati per il caso del 19enne egiziano decapitato e senza mani: «Hanno portato il corpo in un taxi»

Interrogati ieri prima dell’avviso di garanzia. La ricostruzione del delitto

Due cittadini egiziani sono indagati per l’omicidio di Mohamoud Abdalla. Si tratta del 18 enne egiziano il cui cadavere, decapitato e con le mani mozzate era stato recuperato alcuni giorni fa nelle acque fra Santa Margherita e Portofino. I due indagati sono stati portati dai carabinieri in procura verso le 13 di ieri e interrogati alla presenza di un avvocato dalla pm Daniela Pischetola, titolare del fascicolo. Secondo la ricostruzione degli inquirenti Abdalla sarebbe stato ucciso con un coltello o un punteruolo. Ci sono dubbi sulle mutilazioni. Non si sa se sono state provocate da chi lo ha ucciso oppure da qualche evento in mare. La decisione del magistrato è stata presa nella tarda serata di ieri dopo l’interrogatorio durato oltre sei ore dei due fermati nella notte tra sabato e domenica dai Carabinieri del Nucleo investigativo e dalla Compagnia di Chiavari.


La ricostruzione

Mahmoud è stato ucciso nella notte tra domenica 23 e lunedì 24 luglio e gettato in mare. Il suo corpo, con testa e mani mozzate, è stato ritrovato nelle acque antistanti il porticciolo di Santa Margherita Ligure. Gli investigatori ipotizzano una lite di lavoro alla base. Si sarebbe verificata qualche giorno prima. Perde quindi consistenza l’ipotesi di un delitto maturato nello spaccio di stupefacenti di zona. Uno degli elementi decisivi sarebbe un video registrato da una telecamera di sorveglianza. I carabinieri avevano effettuato rilievi nel Barber Shop di Sestri Ponente dove il giovane lavorava. Adballa era ancora vivo nel primo pomeriggio di domenica. E potrebbe avere raggiunto con un treno il luogo dove è stato poi ammazzato. Forse era in compagnia di chi lo ha ucciso. Sarebbe stato ripreso da alcune telecamere del sistema di videosorveglianza alcune ore prima di essere massacrato.


Il cadavere in taxi

Durante i rispettivi interrogatori Ahmed ‘Bob’ Abdelwahab e Mohamed Ali ‘Tito’ Abdelghani si sono accusati l’un l’altro dello smembramento del cadavere. Che hanno portato in taxi. È stato lo stesso tassista a confermare di aver iniziato la propria corsa a Genova, in zona Sestri Ponente e che erano saliti a bordo due ragazzi con due valige di cui una di grosse dimensioni particolarmente pesante. Così pesante che lo stesso tassista aveva invitato i due clienti a metterla nel bagagliaio. L’uomo non ha riconosciuto le foto di Abdelwahab e di Abdelghani ma l’individuazione del suo taxi è avvenuta in sede d’indagine con certezza e il testimone ha riconosciuto il punto in via Vado in cui ha recuperato i due, ovvero davanti a civico 40 dove vive Ahmed Abdelwahab.

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