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Parla la mamma di Azzurra, suicida nel carcere di Torino. «Non doveva esser lasciata sola»

13 Agosto 2023 - 07:53 Redazione
Le parole della madre alla legale della famiglia

[Questo articolo è stato corretto in seguito ad una segnalazione]

Susan John e Azzurra Campari, le due donne, che si sono suicidate in carcere a Torino non avrebbero dovuto essere lasciate sole con se stesse. La procura ha aperto due inchieste per istigazione al suicidio. I pubblici ministeri Chiara Canepa e Delia Boschetto hanno acquisito la documentazione medica e carceraria e nelle prossime ore verranno disposte le autopsie. E anche il ministro della Giustizia Carlo Nordio, pur non entrando nel merito delle vicende, durante la sua visita ieri al penitenziario torinese avrebbe chiesto un incontro con gli psichiatri della casa circondariale.

Il trasferimento a Torino

Azzurra aveva 28 anni e i familiari non si capacitano della sua morte. Lo dice, al suo legale, mamma Monica che in quel carcere pensava che la figlia fosse al sicuro e lo ribadisce l’avvocata Marzia Ballestra: «Se è mancata l’attenzione e la vigilanza, si tratta di un fatto gravissimo». Azzurra – racconta La Stampa – «aveva un cuore grande», così dicono. «Si affezionava alle persone». Cresciuta a Riva Ligure, in provincia di Imperia, a dieci anni trascorre un periodo in comunità. Qualche problema in famiglia, prende il cognome della madre, una donna che è rimasta sempre al suo fianco. Gli studi all’alberghiero, i lavoretti saltuari. I problemi psicologici affrontati con l’aiuto del Sert. Nel frattempo i furti, una tentata rapina a Cuneo che le è costata il carcere. Tutti vecchi reati, commessi tra il 2013 e il 2014, finiti di scontare il 3 marzo 2025. «Non bisognava lasciarla sola – dice l’avvocata Ballestra – ma starle accanto». Il 29 luglio Azzurra è stata trasferita da Pontedecimo di Genova al Lorusso e Cutugno di Torino. Mamma Monica voleva fissare un colloquio al più presto proprio perché conosceva le difficoltà della figlia. Ha provato a chiamare decine di volte, mandando mail per fissare un incontro con la giovane detenuta. Nessuna risposta.

(foto copertina Corriere Torino)

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