Per tutta l’estate, il presidente del Partito popolare europeo ha lanciato segnali ambivalenti verso le famiglie della destra europea. Se da un lato ha rimarcato la differenza tra Giorgia Meloni e gli altri partiti del gruppo dei Conservatori di cui lei è leader, dall’altro ha fatto intendere che la prossima legislatura dell’Europarlamento dovrebbe essere di nuovo guidata dalla maggioranza attuale. Ovvero, Manfred Weber sembra propiziare «un’intesa» con socialisti e liberali. Lo ha ribadito nella sua ultima intervista, rilasciata oggi al Corriere. A domanda esplicita su un possibile cambio di equilibri a Bruxelles, ha replicato: «Quanto alla maggioranza futura, bisogna tenere presente che i leader di Spagna e Germania sono socialisti, il presidente francese è liberale e il Ppe è il primo partito in Europa: credo sia ovvio che i tre partiti debbano sedersi insieme». Ma nel mirino di Weber non ci sono soltanto la formazione tedesca di Alternative für Deutschland o il polacco Diritto e giustizia di Morawiecki. Il leader dei popolari è stato forse addirittura più netto nella chiusura al gruppo Identità e democrazia, del quale fanno parte la Lega di Matteo Salvini e il Rassemblement National di Marine Le Pen. La leader francese, tra l’altro, sarà ospite d’onore alla festa del Carroccio a Pontida, i prossimi 16 e il 17 settembre.
L’ira della Lega
La partecipazione di Le Pen a Pontida ha fornito l’assist al vicepremier Antonio Tajani per chiarire ancora una volta la posizione di Forza Italia e del Ppe sulle alleanze in Europa: «A casa sua Salvini può fare quello che gli pare. Ci mancherebbe. La Lega ha la sua famiglia politica e Le Pen ne fa parte. Noi facciamo parte di un’altra famiglia politica e Le Pen non sarà mai una nostra alleata continua». La tensione tra i due principali partner del governo Meloni rischia di riverberarsi anche sul campo della politica nazionale. E oggi da Bruxelles, 11 settembre, è arrivata una bordata della Lega contro i popolari e il loro leader: «Come se una legislatura di scelte sbagliate, occasioni mancate e politiche fallimentari non fosse abbastanza, Weber in questi giorni arriva a riproporre l’alleanza coi socialisti? Emblematico che Weber stesso abbia ricordato come il Ppe abbia sostenuto 32 dei 34 provvedimenti del Green Deal, garantendo supporto politico a provvedimenti inefficaci e dannosi dettati da sinistre e Verdi. Oggi, dopo che la maggioranza Ursula è venuta più volte meno alla prova dei fatti in Aula, per i litigi e le sue forti divisioni interne, è assurdo che Weber insista con la strategia suicida dell’accordo con quelle forze politiche che in questi anni hanno promosso un’agenda ideologica ed estremista che va a colpire imprese, lavoratori e famiglie, portando un continente alla deriva della stagflazione e condannandolo a lunghe crisi sociali e a un processo di deindustrializzazione». La nota del Carroccio è firmata dagli europarlamentari Marco Zanni e Marco Campomenosi.
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