Giuseppe Cruciani sul palpeggiamento e la rissa di Saronno: «Li ho visti dal balcone. I carabinieri non hanno fatto nulla. E le baby gang se ne fregano»

Una ragazza è stata attorniata e molestata da un gruppo di uomini. Amici e parenti l’hanno difesa, ed è scoppiata la rissa

«Mi sono affacciato dal balcone di una casa di amici a Saronno [comune dell’hinterland milanese, ndr]. Sotto di me, una persona con la testa insanguinata». Poi le urla: «Mettiamo a soqquadro tutta la città». Sono queste le parole del conduttore della trasmissione radiofonica La Zanazara Giusepppe Cruciani, che ricorda la rissa vista dal balcone dei conoscenti che lo ospitavano per vedere insieme la partita Italia-Macedonia di sabato sera. Tutto è iniziato quando, in centro, una ragazza di origini egiziane è stata molestata e palpeggiata da un gruppo di circa otto ragazzi anche loro di origini nordafricana. Vista la scena, amici e parenti della vittima, sia italiani che stranieri, si sono avventati sugli aggressori per difenderla, dando vita a una colluttazione nella quale uno dei difensori ha ricevuto un colpo alla testa con un coccio di bottiglia, iniziando a sanguinare.


«Non so se quella che ho visto io fosse la lite post molestia. Qualcun altro diceva che il ferito fosse il gestore di una pizzeria e i suoi “avversari” alcuni clienti che non avrebbero pagato. Fatto sta che questo ha iniziato a urlare anche contro i carabinieri una volta arrivati. Tirava manate sul vetro delle macchine. Lanciava le sedie di altri bar. E gridava: “Non fate nulla”. Tutti erano spaventati», ripercorre Cruciani in un’intervista all’edizione milanese del Corriere della Sera a cura di Matteo Castagnoli. Il conduttore è schietto: «Sono rimasto colpito, o meglio perplesso, dall’immobilità delle forze dell’ordine. «In qualsiasi altro paese, di fronte a una persona che aggredisce verbalmente con quella veemenza, perlomeno sarebbero intervenuti per bloccarlo». «I carabinieri o conoscevano la situazione o non sapevano come gestirla. Non ho la presunzione di dare lezioni a nessuno. È una considerazione da cittadino che osserva».


«Il capitolo baby gang»

«Poi c’è il capitolo baby gang», prosegue Cruciani. «Alle bande di ragazzini purtroppo non importa nulla delle forze dell’ordine. Per quello che dicevo prima: la microcriminalità, perché di questo si tratta, percepisce un senso di impotenza». Il giornalista ha la sua teoria sul perché si verificano questi eventi: «Milano è sempre più frequentata da gente ricca. Quindi attira ladri, ovvio. Oggi più di anni fa. Per questo evito di girare con contanti o orologi da 300 mila euro. Al massimo mi possono rubare lo scooter, come hanno fatto». è diventata una città disordinata, caotica con gente in strada a far confusione fino a notte fonda, che s’è avvicinata alle grandi metropoli del sud. Ci vivo da 25 anni e ne testimonio l’evoluzione».

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