Festival di Open, i cult generazionali di Moccia e Melissa P: «Due successi inaspettati, il segreto è che raccontano storie universali» – Il video

Sul palco di Parma gli autori dei due libri-fenomeno «Tre metri sopra il cielo» e «100 colpi di spazzola prima di andare a dormire»

Tre metri sopra il cielo e 100 colpi di spazzola prima di andare a dormire. Due libri cult, di Federico Moccia e Melissa Panarello, che hanno influenzato diverse generazioni. Entrambi sul palco del Festival di Open, intervistati da Felice Florio e Massimo Ferraro. Dopo la pubblicazione di entrambi i testi, la vita degli autori è cambiata. «A 17 anni non mi sembrava questa grandissima cosa. Su di me non ho mai sentito il peso del successo», dice Melissa Panarello durante l’evento in piazza Garibaldi a Parma. Sottolineando, inoltre, che non capiva cosa significasse il successo «perché ero troppo giovane. Era quello che mi stava accadendo agli albori della vita».


L’incontro con il successo

Dopo la pubblicazione dei loro libri, la loro vita è cambiata. «La mia casa editrice mi telefonava e mi diceva: “anche questa settimana sei prima in classifica, sei contenta?”. Non capivo cosa significasse il successo, perché ero troppo giovane. Era quello che mi stava accadendo agli albori della vita. La mia storia era appena iniziata, io ero adolescente, avevo poca vita dietro». Decisamente diversa è l’esperienza di Moccia. «Per me è stato diverso rispetto al fatto che io avevo pubblicato il primo libro a spese mie perché nessuno lo voleva – racconta lo scrittore -. Avevo da poco iniziato a lavorare in tv, facevo un programma con Fabrizio Frizzi, che mi ha fatto la prefazione. Poi alla fine siamo andati in giro in vespa a portare questi libri. Ero io stesso ad andare in libreria e a chiedere se potevano mettere in vetrina il libro». Da quel momento, tutto è stato più facile. «Dopo qualche settimana sono tornato e avevano finito le copie – aggiunge Moccia -. Per cui io pensavo che il mio sogno di diventare conosciuto e di avere la possibilità di avere dei lettori fosse finito nei cassetti. Ma non sapevo che quel libro veniva fotocopiato».


Il significato delle opere

Ma qual è il senso dietro i due libri che sono diventati dei veri e propri cult generazionali? Sono gli autori a spiegarlo. «Queste satire inevitabilmente hanno dei meccanismi, Tre metri sopra il cielo rappresenta la fine di un’amore – racconta Moccia -. Era la storia che avevo vissuto con una ragazza, la prima volta che ti innamori. Sei sorpreso da quello che trovi. Le persone trovano questa magia all’interno dei libro e oggi come oggi vedo i ragazzi». E quando gli viene chiesto se oggi cambierebbe il finale del suo libro, Moccia risponde: «Il mio editore mi ha detto di cambiare il finale e fare morire Step, il protagonista. Ma per me c’è più dolore nella fine di una relazione che nella morte». Per quanto riguarda l’opera di Melissa P, cambiano i temi ma non il risultato finale. «Raccontano due storie universali, che possono accadere in qualunque momento e spazio – spiega l’autrice -. Non solo perché uno raccontava l’amore e uno il sesso. Questi due romanzi hanno avuto quella forza nel raccontare storie universali che arrivano a tutti e sono arrivate a tutte in quel momento e pure oggi. Quello che io raccontavo è la solitudine di una ragazza nata e cresciuta in provincia».

Il femminismo ieri e oggi

Nel caso del libro di Melissa P, il successo non è arrivato solo per i contenuti del libro, ma anche per l’identità stessa dell’autrice. «Quello che ha fatto più scandalo è che una ragazzina del sud, minorenne, parlasse di sesso. Oggi le cose sarebbero molto diverse, le persone che mi hanno attaccato anni fa oggi non lo farebbero mai», ragiona la scrittrice. «Io credo che spesso si tratti di un femminismo molto di moda che ha poco a che fare con la sostanza. Definirti oggi femminista fa un po’ ridere». Il suo libro, però, ha sicuramente fatto colpo. E la prima ad accorgersene è stata proprio l’autrice. «Sicuramente ho aiutato tantissime ragazze e donne – racconta Melissa P -. Uno degli incontri più belli che ho avuto è stato in Turchia durante un pomeriggio in cui firmavo copie in una libreria. Arrivarono queste due donne velate al Torchio dicendomi che avevano molto amato il libro e ci siamo riconosciute. Questa cosa mi risuonò moltissimo perché loro si erano riconosciute in quella solitudine che io descrivo, non nel sesso».

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