La perizia medico-legale sull’orsa Amarena: «Quando le hanno sparato non era pericolosa»

Secondo gli esami degli esperti, l’animale era sulle 4 zampe e non stava attaccando

Si trovava sulle quattro zampe, non era in una posizione d’attacco e non era pericolosa. L’esito ella perizia medico-legale sul corpo dell’orsa Amarena ha stabilito che quando le hanno sparato, il plantigrado era innocuo. L’orsa è morta per dissanguamento, come ha confermato una radiografia, dopo esser stata raggiunta alla spalla da un colpo di fucile, una carabina 7.62, con un proiettile calibro 12 che le ha perforato un polmone. Il proiettile era stato individuato con una lastra fatta sull’esemplare nella clinica dell’università ed era stato poi estratto durante l’autopsia all’Istituto zooprofilattico di Teramo. La necroscopia è stata poi eseguita su disposizione del tribunale di Avezzano dal medico legale Rosario Fico. Entro 90 giorni verranno depositati anche i risultati del perito balistico Minervini, che fornirà gli ultimi elementi necessari a stabilire cosa accadde lo scorso 31 agosto a San Benedetto dei Marsi, in provincia de L’Aquila in Abruzzo. La sua perizia dovrà infatti dare informazioni sulla traiettoria del proiettile e la distanza dall’animale, che potranno definire le responsabilità dell’indagato. Si tratta di Andrea Leombruni, che agli inquirenti aveva dichiarato: «Ho sparato per paura ma non volevo uccidere, l’ho trovata dentro la mia proprietà è stato un atto impulsivo, istintivo».


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