Forza Italia, prove di addio per Cattaneo: nella Lega, però, Centinaio gli sbarra la strada

Tra gli ultimi atti di Berlusconi, c’è stata la rimozione del deputato dal ruolo di capogruppo. E con il ritorno dei tajaniani alla guida del partito, lo spazio per i fedeli di Ronzulli si è ridotto

Una storia di parallele e traverse, una storia di strade che partono dal crocevia della politica pavese e si irradiano verso Roma. Sono i percorsi di Alessandro Cattaneo e Gian Marco Centinaio, il primo sindaco e il leghista suo vice, nella giunta che ha governato Pavia dal 2009 al 2014. Dopo quell’esperienza, il forzista ha preso la via di Montecitorio, Centinaio quella di Palazzo Madama, con alcune nomine governative. Entrambi sono stati capigruppo della propria Camera, ma le occasioni di incrocio politico sono state rare. Fino ad oggi. Open ha raccolto diverse indiscrezioni in Parlamento secondo cui il deputato di Forza Italia starebbe cercando di cambiare aria. Terminata l’era ronzulliana nel partito, per Cattaneo lo spazio di azione si è ridotto inesorabilmente. Tra gli ultimi atti di Silvio Berlusconi, c’è stato quel promoveatur ut amoveatur che ha reso Cattaneo vicecoordinatore del partito, sottraendogli però la guida del gruppo a Montecitorio. Ruolo, quello del vicecoordinatore, che è venuto meno con la dissoluzione del ruolo di coordinatore e l’elezione di Antonio Tajani a segretario. Comunque, Paolo Barelli è tornato a fare il capogruppo al posto di Cattaneo, a Licia Ronzulli è rimasta la conduzione dei senatori, ma con poca agibilità per tutelare la sua corrente. E se uno dei “suoi” sembra essere preferito per gestire gli interessi della fazione interna, alla Camera, quello è Giorgio Mulé.


Cattaneo smentisce con forza un suo possibile addio. Nonostante ciò, la voce circola. Un dirigente lombardo di Forza Italia crede che il naturale approdo del deputato, qualora dovesse lasciare gli azzurri, sarebbe il Centro di Matteo Renzi. E ricorda quando «a fine 2012, il sindaco di Pavia provò a negoziare una propria candidatura a Montecitorio nelle liste di Scelta civica», di Mario Monti. Ma anche a lui è stato riferito che il primo terreno a essere sondato da Cattaneo sarebbe quello leghista. «Centinaio non glielo permetterà mai», sostiene, «i due si odiano». È certamente un’iperbole, ma che tra i due non corra buon sangue lo afferma anche una fonte di alto rango della Lega. «Centinaio condivide lo stesso bacino elettorale di Cattaneo. Entrambi sono stati amministratori a Pavia e non capisco perché, dopo che la Lega non è riuscita a riconfermargli il ministero dell’Agricoltura in questa legislatura, Centinaio dovrebbe subire anche questo torto». Il leghista, che fa politica nel Carroccio dal 1990, ha coltivato profondi malumori nel periodo di formazione del governo Meloni perché non gli è stato confermato il dicastero che aveva retto nel Conte uno e per il quale era stato sottosegretario nel governo Draghi. «Matteo Salvini è stato messo al corrente che l’elezione a vicepresidente del Senato, per Centinaio, è stata un demansionamento». Dunque, a dieci anni dall’amministrazione di Pavia, le strade di Cattaneo e Centinaio potrebbero tornare a incrociarsi. Ma l’ex ministro, già ferito per essere rimasto fuori dall’esecutivo Meloni, è pronto a scavare una trincea per non consentirgli il valico della Lega.


Centinaio a Open: «Chi entra nella Lega deve prima fare la gavetta»

Centinaio, contattato da Open per un chiarimento, ci tiene a precisare: «Non conosco le intenzioni di Cattaneo e certo non ho motivo per odiare lui, né altri colleghi. Quello che so, e che vale per chiunque entri nella Lega, è che qui si parte dal basso e si lavora per far crescere il partito, come abbiamo fatto tutti noi».

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