Carriere alias in Lombardia, il Consiglio regionale boccia la mozione di Fratelli d’Italia

Con 35 voti favorevoli, 33 contrari e 4 astenuti il testo non ha raggiunto la maggioranza ed è stato cancellato

La mozione contro le carriere alias che Fratelli d’Italia ha presentato al Consiglio regionale, dopo numerosi ritiri e posticipi, è stata bocciata oggi 10 ottobre. 35 voti favorevoli, 33 contrari e 4 astenuti. Con questi numeri il testo di FdI non ha raggiunto la maggioranza ed è stato spazzato via, con voto segreto. Si tratta di un’iniziativa che ha fatto discutere per mesi, sia nella stessa maggioranza di centrodestra che tra le opposizioni, le associazioni per i diritti lgbtqia+ e gli studenti. La mozione era stata sottoscritta da una ventina di consiglieri regionali della Lega e di Fratelli d’Italia insieme a Luca Ferrazzi della Lista Moratti, ma da cui Forza Italia ha prima preso le distanze, per poi lasciare libertà di voto ai consiglieri. Il testo – che nei mesi ha subito delle modifiche – sollecitava la giunta a chiedere all’Ufficio Scolastico Regionale di effettuare una ricognizione su quante scuole medie e licei avessero adottato la carriera alias – che permette agli studenti transgender di farsi modificare sul registro il nome anagrafico con quello di elezione – e a impegnarsi affinché si inviasse una circolare in cui «si rammenti la necessità di rispettare la normativa vigente» perché «non esiste alcun fondamento giuridico che consenta alle scuole di nominare gli alunni in base al genere da loro scelto».


Le opposizioni: «La mozione? Pura ideologia»

Questa mattina, di fronte al Pirellone – la sede del Consiglio regionale della Lombardia -, studenti, associazioni e forze di opposizione si erano nuovamente riunite in protesta contro la mozione. In prima linea contro il testo c’è la consigliera regionale del Pd, Paola Bocci, che fin da subito ha preso di mira le motivazioni giuridiche alla base dell’iniziativa di FdI, accusate di «non stare in piedi». A suo avviso, infatti, la Regione «dovrebbe facilitare in tutte le scuole progetti in grado di far capire cosa sono le carriere alias». Concorda la consigliera del M5s Lombardia, Paola Pizzighini, che ha tacciato la mozione di «mera ideologia», evidenziando che «la fluidità di genere non ha nulla a che fare con l’ideologia, ma con l’identità, l’affettività, la sessualità, le relazioni. In sostanza: con la vita».

Gli studenti: «La carriera alias non è un capriccio»

La discussione della mozione era stata inserita per la prima volta all’ordine del giorno di martedì 4 luglio, per poi essere ricalendarizzata per il 12 settembre e nuovamente rimandata a oggi 10 ottobre. Alla fine la discussione è sbarcata in Consiglio, e il voto c’è stato. Con esito negativo. Sono stati numerosi gli studenti e le studentesse che questa mattina, così come nelle precedenti date, hanno portato la loro testimonianza e contrarietà alla mozione di FdI. «Personalmente se non avessi la carriera alias rinuncerei agli studi. Questo non è un capriccio», ha detto Arono Celeprin, 23enne che studia Cinema, televisioni e media alla Iulm di Milano. «È un peso per gli studenti che oltre a preoccuparsi per le questioni didattiche, devono preoccuparsi di ulteriori problemi, anche discriminatori derivanti da questi aspetti», ha aggiunto. Non è stato facile, infatti, – rivela Arono – il suo periodo senza carriera alias: «È stato bruttissimo. Dovevo andare al termine di ogni lezione a spiegare all’insegnante la mia situazione. Con i professori sono stata fortunata ma non sai mai chi potresti trovare davanti».

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