A Cefalonia, nel 1943, prese il via l’omonimo eccidio perpetrato dai tedeschi ai danni delle truppe italiane di stanza in Grecia. Ci furono oltre 5 mila morti e il ministro della Difesa Guido Crosetto, oggi 14 ottobre, è sull’isola per rendere omaggio alle vittime. Ma il pensiero non può che essere rivolto alle ostilità in corso tra Israele e Hamas. «Non serve a nulla ricordare se non ci consente di imparare: significa capire dalla storia come comportarci su quello che accade oggi. La storia ci insegna che anche nella guerra si possono rispettare o no le regole umane, che quando il nemico si arrende lo si rispetta e non lo si uccide, che le donne, i bambini, gli ospedali e la comunità civile vanno tenuti fuori. Contro il terrorismo si risponde tutti insieme senza riflettere un secondo e lo si fa ricordando che ci sono dei valori anche in guerra, anche contro i nemici». Il riferimento dell’esponente del governo Meloni è diretto ai bombardamenti israeliani in corso sulla Striscia di Gaza.
L’avvertimento agli italiani
«Italia e Grecia hanno una lunghissima storia che ci ha fatto crescere: io penso – ha aggiunto – che il mondo adesso, in questa fase difficile anche con questa nuova ferita che si è aperta in Israele, abbia bisogno anche della nostra storia, della nostra capacità di giudizio per chiudere le ferite, per cercare anche nella guerra di preservare i valori umani. Onorare, ricordare, imparare. Il sacrificio dei nostri caduti ci insegna che anche nella guerra ci sono valori che vanno difesi. Accanto alle armi devono esserci umanità e ragione». Guardando al domani, Crosetto, rivolgendosi «agli italiani», ha avvertito: «La guerra in Ucraina già aveva peggiorato il clima nel mondo e la ferita che ora si è aperta sul Medio Oriente non può che aggravare questa situazione. Le conseguenze di guerre che sembrano lontane a noi alla fine arriveranno in tutto il mondo e noi dobbiamo prepararci perché in un momento così non dobbiamo dividerci, perché se non prevarrà la ragione saranno momenti difficili che possono provocare feriti ed allargare l’incendio ben al di là della Striscia di Gaza. Prepariamoci ad aiutare la parte più debole del Paese che da questi scossoni rimane più colpita».
Allarme sicurezza
Il ministro della Difesa ha anche sottolineato l’importanza di porre l’attenzione sulla sicurezza interna dell’Italia: «Sono convinto che questa necessità aumenterà nei prossimi mesi, sia perché una riesplosione dell’integralismo è possibile, sia perché fenomeni di questo tipo aumentano il rischio di immigrazione. In questo momento il rischio è che non sempre ci sia un’immigrazione di povertà ma anche di soggetti che arrivino per fare del male. Quindi va aumentato ancora di più il controllo perché non possiamo permetterci adesso di far entrare persone che verrebbero a combatterci». Un pensiero condiviso anche dal ministro dell’Interno Piantedosi, che durante la festa de Il Foglio, ha detto: «Sicuramente ci aspettano mesi difficili e complicati per i quali è opportuno tenere alta l’attenzione». E infine Crosetto ha rassicurato sulla salvaguardia dei militari italiani che operano in Libano sotto il contingente delle Nazioni Unite: «Io sto interloquendo con l’Onu in questi giorni, ma soprattutto sentendo direttamente i comandanti sia del contingente in Libano sia a Gerico, ad esempio, ogni giorno perché voglio capire qual è la loro percezione della sicurezza, non solo la mia dall’Italia. E non appena loro percepiranno una necessità o la paura, il governo italiano reagirà di conseguenza. Il primo nostro compito è garantire la sicurezza, ma anche quella dei nostri militari. Al momento non esistono condizioni di pericolosità secondo loro».
Il rientro del contingente italiano da Gerico
Dopo la commemorazione a Cefalonia, Crosetto è intervenuto a Firenze alla festa del quotidiano Il Foglio. Il fatto che, a distanza di poche ore, il ministro abbia dovuto smentire quanto detto sulla sicurezza dei militari italiani in Medio Oriente, è indicativo dell’instabilità dell’area. «Mi sto occupando del nostro contingente Onu in Libano e di quello di carabinieri a Gerico. Ieri – 13 ottobre – il contingente a Gerico era in una situazione tranquilla e continuava la formazione delle forze di polizia palestinesi, oggi non è più una situazione tranquilla. Probabilmente li faremo rientrare. Stiamo valutando. Sono 22 carabinieri». L’Ansa già scrive che gli uomini della missione Miadit, con ogni probabilità, raggiungeranno l’aeroporto Ben Gurion e da lì rientreranno in Italia con un volo militare nelle prossime ore. Poi, sul fronte della sicurezza interna, Crosetto ha anche aggiunto l’ipotesi di cancellare le celebrazioni della Festa delle Forze armate, che si ripete ogni 4 novembre: «Stavamo organizzando con il ministero della Difesa la festa delle Forze armate, ma sto pensando di annullarla. Di non farla. Non penso sia giusto aumentare un fattore di rischio. Perché devo andare a crearmi un problema in più di sicurezza? Mi spingo a fare questi ragionamenti per le cose che riguardano me. Secondo me un ministro della Difesa, come quello degli Interni, ha l’obbligo di pensare a tutti gli scenari. Io devo pensare al peggio. Un ministro deve circoscrivere tutte le possibilità».
Leggi anche: