Incidente Mestre, i primi risultati dell’autopsia: «Improbabile un malore dell’autista»

L’esame deve essere ancora concluso. Ma dalle prime analisi non ci sono evidenze chiare di un problema di salute

L’autista del pullman Alberto Rizzotto precipitato dal cavalcavia a Mestre potrebbe non aver avuto alcun malore mentre era alla guida. Anche se il condizionale per ora è d’obbligo, lo dicono i primi esiti dell’autopsia. Ai quali però manca ancora un accertamento fondamentale, quello sul cuore. Il primo esito dell’indagine sul corpo dell’uomo però dice che non ci sono evidenze chiare di un malore. Intanto ci sono i primi tre indagati nell’inchiesta: Massimo Fiorese, 63 anni, amministratore delegato della società La Linea, Roberto Di Bussolo e Alberto Cesaro. Di Bussolo è dirigente del settore Viabilità, terraferma e mobilità del comune; Cesaro è responsabile del Servizio manutenzione. Per la perizia, affidata a Placido Migliorino detto “Il Mastino”, ci vorranno quattro mesi.


L’ipotesi guasto

Se i risultati dell’autopsia dovessero confermarsi, spiega oggi il Corriere del Veneto, gli inquirenti dovranno concentrarsi sull’altra ipotesi ancora sul tavolo. Ovvero quella del guasto. Anche se poi l’ipotesi dovrà accordarsi con la dinamica dell’incidente ricostruita dalle telecamere di sicurezza. I fatti si sono verificati sul cavalcavia della Vempa, mentre il bus della società La Linea spa, venduto dal Gruppo Ferrovie Nord Milano a privati nel 2022, è un modello E-12 del colosso cinese Yutong (numero uno al mondo nel settore). Il modello ha una propulsione esclusivamente elettrica e 400 km di autonomia assicurati da pacchi batteria per complessivi 350 kW collocati sul tetto, una posizione considerata sicura.


Le difese

Inoltre si dovrà capire se esista un concorso di responsabilità tra stato del mezzo pesante e la eventuale precarietà del cavalcavia. Per gli indagati sono stati nominati dai difensori 4 periti di parte, due per il guardrail e due per lo stato della strada. Il Gazzettino fa sapere che le difese lamentano di non conoscere nulla del fascicolo del pubblico ministero. «Qualcuno – ha osservato l’avvocato De Biasi – dovrebbe dirci almeno se l’autopsia sull’autista è chiusa. Nemmeno della scatola nera sappiamo niente. Eventualmente si potrà guardare l’autobus, ma il quesito non prevede se il mezzo fosse efficiente oppure no».

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