Dietrofront sulla “lieve entità” sugli stupefacenti, il governo si corregge: passa solo aumento della pena

Non sarà eliminata l’attenuante per la «lieve entità» nella legge sugli stupefacenti. Ma la pena, in caso di passaggio di denaro, passa da sei mesi a 18.

Prima l’eliminazione, poi il dietrofront del governo con una semplice riformulazione sull’emendamento del senatore di FdI Marco Lisei. Nella sua richiesta iniziale, il senatore aveva incassato il parere favorevole del governo a un emendamento nella legge sugli stupefacenti che avrebbe eliminato l’attenuante della lieve entità quando avviene anche un passaggio di denaro. La richiesta di FdI è che «non possono considerarsi di lieve entità i fatti con finalità di lucro». L’obbiettivo da parte della maggioranza sarebbe quello di colpire l’attività di spaccio. A spiegarlo è lo stesso senatore Lisei, secondo il quale il suo emendamento «mira a contrastare lo spaccio di strada, anche perché purtroppo oggi la giurisprudenza tende a considerare troppe cose di lieve entità». Lisei aveva usato come esempio chi decide di coltivare in casa marijuana: «Se io ho tre piantine in balcone e ne consumo io il prodotto è un conto, ma se invece io lo vendo è chiaramente un altro caso». Di parere contrario il capogruppo Pd in commissione Giustizia, Alfredo Bazoli: «Così si mettono sullo stesso piano Pablo Escobar e lo studente che si rivende una canna al compagno. Salta il principio di proporzianalità, ed è palesemente incostituzionale. Oltretutto finiamo per riempire le carceri italiane di studenti un po’ incauti». Dopo polemiche e accuse dall’opposizione, il governo ha chiesto una riformulazione con cui chiede di aumentare la pena minima che passerebbe da sei mesi a 18. Richiesta accettata da Lisei prima della votazione in commissione Affari costituzionali e Giustizia del Senato che ha confermato l’emendamento modificato.


Leggi anche: