Kazakistan, liberata la 18enne italiana Amina Milo. Le prime parole dopo la scarcerazione: «Grazie a tutti, vi voglio bene» – Il video
«Sono libera. Grazie Italia, vi voglio bene». Sono queste le parole di Amina Milo Kalelkyzy, la 18enne italiana rinchiusa da tre mesi nel carcere di Astana, la capitale del Kazakistan, dopo essere stata liberata. Stando a quanto dichiarato dall’avvocato della ragazza, è stata prosciolta dall’accusa di traffico internazionale di stupefacenti. Amina ha fatto sapere di aver vissuto «momenti drammatici» durante la detenzione, ma che ora sta bene e non vede l’ora di tornare in Italia. «Mi manca la mia famiglia, il mio migliore amico. E mi manca il mare», ha commentato all’agenzia di stampa Ansa. «Questa mattina è successo tutto all’improvviso. Ad un certo punto mi hanno detto “Prendi le tue robe e vai via”. E per me è stata una gioia indescrivibile», ha aggiunto, precisando di non avere ancora notizie sulla data di partenza. In un video si vede l’avvocato della giovane in macchina insieme ad Amina Milo, visibilmente provata.
Tajani: «Non l’abbiamo mai lasciata sola. L’aspettiamo»
Soddisfatto il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani che ha tenuto a ringraziare «i diplomatici della Farnesina e la nostra ambasciata ad Astana per il grande lavoro che ha portato alla liberazione della giovane italiana». E ha aggiunto: «In questi giorni difficili non l’abbiamo mai lasciata sola, ora la aspettiamo presto in Italia».
Cos’è successo ad Amina Milo Kalelkyzy
Secondo quanto ricostruito finora, la ragazza – residente a Lequile in provincia di Lecce – si era recata ad Astana con sua madre, Assemgul Sapenova, per visitare alcuni parenti che vivono lì. Il 2 luglio è stata fermata per la prima volta e rilasciata dopo una notte in custodia. Due giorni dopo è stata condotta con l’inganno da due agenti della polizia in un appartamento privato e qui sarebbe stata segregata e maltrattata per ben 16 giorni. E i presunti rapitori avrebbero inoltre chiesto telefonicamente a sua madre un riscatto di 60mila euro per riavere la figlia. La madre si è quindi rivolta all’ambasciata italiana ad Astana e ne ha ottenuto il rilascio. L’11 luglio, però, la 18enne pugliese è stata nuovamente convocata dalla polizia che l’avrebbe «indotta» a firmare alcuni documenti in una lingua che non comprendeva, per poi arrestarla con l’accusa di traffico internazionale di droga. Qui è iniziato il calvario per la 18enne.
Fonte video: Agenzia Vista / Alexander Jakhnagiev