Così il fegato grasso aumenta nelle donne la possibilità di ammalarsi di tumore: lo studio dell’università di Bari

La manifestazione epatica può portare a una serie di conseguenze gravi. Con lo sviluppo della malattia anche in altri organi

Avere il fegato grasso può essere cancerogeno. Soprattutto nelle donne. E lo sviluppo della malattia riguarda anche altri organi come mammella, utero e ovaio. Questo è il risultato di una ricerca del professor Antonio Moschetta, ordinario di medicina interna all’Università di Bari. A pubblicare lo studio è la rivista Scientific Reports, del gruppo editoriale che comprende Nature. L’Airc lo ha sostenuto. La ricerca parte dal fegato grasso, una manifestazione epatica che indica un’eccessiva disponibilità energetica proveniente dal cibo rispetto al fabbisogno dell’organismo. La dottoressa Lucilla Crudele, prima autrice dello studio, spiega oggi all’edizione barese di Repubblica che «l’accumulo di trigliceridi negli epatociti, cioè le cellule del fegato, conduce a una condizione di steatosi epatica. Le complicanze possono essere la fibrosi, nella quale il tessuto cicatriziale sostituisce le cellule epatiche danneggiate da grasso e infiammazione».


La capacità di depurare l’organismo

Ma c’è anche altro. «Il fegato perde la capacità di depurare l’organismo e di partecipare ai processi energetici», spiega Crudele. «Il tutto porta a un’insufficienza epatica. Questo può determinare l’epatocarcinoma. Ma l’infiammazione associata all’obesità viscerale può favorire altre forme di tumore. Lo studio ha coinvolto 600 pazienti per otto anni. 62 hanno sviluppato un tumore; di queste, 36 nella sfera ginecologica. «Le donne che hanno sviluppato il cancro avevano valori più elevati in questi test già otto anni prima di ricevere la diagnosi oncologica», aggiunge Crudele. «Le pazienti con indici di fibrosi più elevati hanno mostrato di avere un rischio oncologico fino a sei volte maggiore rispetto alle altre». Come evitarlo? Serve un’alimentazione varia ed equilibrata. E comportamenti e abitudini salutari.


Lo stile di vita

In più, conclude Crudele, «bisognerebbe adottare uno stile di vita non sedentario, associato a una dieta che segua lo stile mediterraneo, con pochi zuccheri raffinati e pochi grassi saturi (limitando i cibi processati). Questa scoperta inoltre è utile per indirizzare gli screening: devono essere più frequenti nelle pazienti con fibrosi epatica e con malattie legate all’obesità. Se una signora ha il fegato grasso, dovrebbe essere ancora più puntuale nell’eseguire i controlli».

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