Il ministero della Difesa e Interno vogliono sfilarsi dalla strage di Fidene. E le vittime di Campiti potrebbero esser morte per «malattie pregresse»

A pronunciare la frase choc è stato il legale dell’Unione Italiana Tiro a Segno. Disappunto delle famiglie delle vittime in aula e dura reazione del pm Musarò

La tesi è destinata a far discutere ma sostanzialmente è quella che sarebbe stata portata avanti da uno dei legali dell’Unione italiana tiro a segno davanti al gup del tribunale di Roma, nell’udienza preliminare in cui è imputato Claudio Campiti, l’uomo che l’11 dicembre scorso ha aperto il fuoco durante una riunione del consorzio Valleverde uccidendo quattro donne. Secondo il legale le donne, potrebbero esser morte per «patologie pregresse». In particolare l’avvocato dell’Unione Italiana Tiro a Segno ha sostenuto che sia stato leso il diritto alla difesa non avendo potuto partecipare alle autopsie e non potendo escludere così la presenza di malattie pregresse nelle vittime. Parole a cui ha reagito il pm Giovanni Musarò. In un processo in cui «si respira così tanto dolore» stupisce che «si possa fare un’affermazione del genere senza arrossire». Davanti a quella frase c’è stata una forte reazione dei familiari in aula, tanto che il giudice ha deciso una sospensione dei lavori. Alla ripresa dell’udienza i rappresentanti dell’Avvocatura dello Stato, per il ministero dell’interno e della difesa, hanno chiesto di essere esclusi come responsabili civili dal procedimento, questione invece sollecitata e voluta dalle famiglie delle vittime. Il giudice si è quindi riservato e ha rinviato la decisione alla prossima udienza del 27 novembre.


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