Claudio Campiti e il mistero dei troppi soldi in tasca: «Prendeva il reddito di cittadinanza»

Non lavorava più da tempo. Ha percepito il sussidio per un totale di circa 9 mila euro. Ma ne aveva più di seimila nello zaino

C’è un mistero sui soldi di Claudio Campiti. L’uomo della strage del condominio aveva con sé 6.235 euro in contanti. Ed era un percettore del reddito di cittadinanza. Ma non risulta avere altre entrate. Campiti ha percepito il sussidio dall’aprile 2020 al settembre 2022. Per un totale di circa novemila euro. Ma aveva debiti nei confronti del consorzio Valleverde: un decreto ingiuntivo per 1.700 euro era appena partito. Anche se l’esposizione debitoria arriva in totale a 10 mila. Gli accertamenti fiscali compiuti dagli investigatori partono dalla situazione economica di Campiti. Che non lavorava più come assicuratore da molto tempo prima della morte del figlio Romano in un incidente con uno slittino.


Il consorzio e i debiti

Campiti potrebbe aver ottenuto il reddito anche nei mesi di ottobre e novembre: la registrazione nelle banche dati potrebbe arrivare nelle prossime settimane. Di certo viveva modestamente nel rudere del Consorzio Valleverde ad Ascrea che aveva acquistato per una cifra vicina ai centomila euro. Ma che doveva ancora essere terminato in tutti i suoi lavori. Tanto che lui stesso ha lamentato la mancanza di acqua e luce. A quell’acquisto risalgono le sue follie. Aveva infatti comprato senza rendersi conto che l’acquisto comportava l’impegno a coprire i costi dell’urbanizzazione della zona. Quella era la condizione messa dai comuni di Ascrea e Rocca Sinibalda per il permesso di costruire. La lottizzazione doveva portare alla costruzione di strade, rete fognaria e impianto elettrico. A carico di chi aveva acquistato i lotti di proprietà. E chi non pagava rischiava l’espropriazione. Da qui nasce la strage. E così Campiti è probabilmente andato in rosso. Non avendo più i soldi né per finire la costruzione né per concludere i lavori di urbanizzazione. Per questo ha urlato «Mi avete lasciato senz’acqua per vent’anni» durante la sparatoria.


Il poligono

Rimane il mistero dei soldi in tasca. Anche se l’uomo ha percepito circa 490 euro al mese per più di due anni, il totale incassato è di novemila euro. Se ne aveva più di seimila in tasca, come li ha avuti? Possibile che abbia soltanto risparmiato quelli del reddito? Oppure lavorava in nero? L’udienza di convalida del fermo richiesta dal pm Giovanni Musarò avverrà all’interno delle mura del carcere romano di Regina Coeli e l’uomo dovrà rispondere di accuse gravissime: omicidio volontario plurimo aggravato dalla premeditazione. I carabinieri stanno battendo anche un altro fronte. Quello del poligono di tiro di Tor di Quinto, dal quale l’uomo è riuscito a portar via l’arma del delitto. Saranno acquisiti i verbali di entrata e di uscita e anche le immagini delle telecamere di sicurezza per capire se ci siano state falle nei meccanismi di sorveglianza. Campiti ha potuto prelevare in armeria una Glock ’45 lasciando un documento. Ma non è mai arrivato alla linea di tiro.

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