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«Il suo tumore al fegato è inoperabile»: ma il chirurgo le salva la vita dopo 8 ore di intervento

23 Novembre 2023 - 09:11 Redazione
leonardo vincenti castellana grotte tumore fegato inoperabile
leonardo vincenti castellana grotte tumore fegato inoperabile
Succede all'ospedale De Bellis di Castellana Grotte in provincia di Bari

Una donna il cui tumore era stato giudicato inoperabile e che per questo era stata respinta da diversi ospedali è stata salvata dopo un intervento di otto ore dell’ospedale De Bellis a Castellana Grotte in provincia di Bari. La 42enne aveva una neoplasia al centro del fegato. Aveva chiesto un consulto a diverse strutture della Puglia. Ma nessuno aveva dato l’assenso all’intervento. Perché secondo il loro parere la soluzione chirurgica non era adatta. Poi è arrivato il dottor Leonardo Vincenti, direttore del dipartimento di scienze chirurgiche all’ospedale. «Abbiamo approfondito il caso con una particolare risonanza magnetica e ci siamo riuniti con l’anestesista, una figura fondamentale anche in casi come questo. L’oncologo, per verificare se si potesse intervenire con qualche terapia per ridurre la massa, e con il radiologo, con il quale abbiamo scannerizzato le immagini. In considerazione della giovane età della paziente, non c’erano alternative valide», racconta il medico all’edizione barese di Repubblica. Poi è arrivato l’intervento il 3 novembre scorso. Difficile «per la sede del tumore e per il fatto che bisognava asportare circa tre quarti del fegato e ricostruire le vie biliari nel calibro di millimetri. Ci sono pazienti che possono non uscire vivi dalla sala operatoria dopo un intervento del genere. E poi otto ore è un tempo estremo, la concentrazione deve essere altissima secondo per secondo». Poi la donna ha trascorso qualche giorno in terapia intensiva e infine al reparto ordinario. «La risposta all’esame istologico è stata positiva, ci conferma la bontà del lavoro fatto e le terapie che affronterà ora potranno essere efficaci. Ora comincia un’altra battaglia per non far tornare il tumore», conclude Vincenti.

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