Le ombre dietro il turismo dentale in Albania e l’allarme dei medici italiani: «Tocca a noi rimediare»

Ogni anno circa 50mila italiani volano dall’altra parte dell’Adriatico per sistemare il proprio sorriso

Sui social pullulano annunci Facebook che promuovono impianti dentali a basso costo in Albania. E ogni anno, circa 50mila italiani volano dall’altra parte dell’Adriatico, sulla Penisola balcanica, per sistemare il proprio sorriso. Eppure, dietro le promesse di prestazioni veloci e con prezzi sotto la media sembra ci siano molte ombre. Già all’aeroporto di Bari, scrive la giornalista de La Verità, si è letteralmente circondati da réclame e cartellonistica di quello che chiamano «turismo dentale» in Albania. La maggior parte dei passeggeri – stando al suo racconto – starebbe andando a Tirana con l’unico obiettivo di curarsi i denti. Chi «in esplorazione», chi per i problemi riscontrati dopo l’operazione. In Italia sono tanti i medici odontoiatri che hanno lanciato allarmi sulle cure frettolose e a bassa costo a cui si sottopongono i cittadini italiani, costretti a tornare in patria per sistemare i danni provocati dagli interventi.


Le spese pagate

«Per me è un business drammatico, posso testimoniare la disperazione di queste persone quando arrivano da me. Spesso le situazioni sono talmente gravi da essere irreparabili. I danni fatti saranno permanenti. E tutto questo per cosa? Per un risparmio iniziale che poi si paga con la salute», spiega Pietro Felice, che insegna chirurgia orale all’università di Bologna. Farsi convincere è relativamente semplice: quando si decide di andare in Albania a sistemare i denti «la prima volta è tutto spesato dal centro dentale o dall’agenzia che fa da intermediario tra il centro albanese e il cliente italiano: albergo, cena, viaggio», spiega il presidente dell’associazione dei dentisti italiani che sottolinea, inoltre, come molti clienti sono stati minacciati per essersi presentati più volte al centro dentale. Il presidente dell’associazione «Andiamoinordine», racconta al quotidiano come negli ultimi mesi abbia visitato «20 pazienti che tornavano dall’Albania con una situazione grave».


I problemi

La situazione a Tirana non è ben diversa. L’aeroporto è tappezzato di cartelloni pubblicitari, tutto in italiano. E all’uscita, una lunga fila di autisti – con cartelli dove vi è scritto il nome delle cliniche dentali – aspettano gli italiani. Ma tra tante persone che vanno lì a sistemarsi i denti, ce ne sono altrettante che sono lì per riparare i danni subiti dalle operazioni. Ma se nascono dei problemi, «le spese sono tutte a tuo carico», racconta Marco, nome di fantasia, al giornale. «La quinta volta che mi sono presentato alla clinica dentistica per essere curato, ho trovato dei poliziotti in borghese all’uscita. Mi hanno detto che non potevo più rientrare in Albania per sette, otto mesi. Allora mi è venuto il dubbio che ci fosse qualcosa di strano», racconta l’uomo che sottolinea inoltre come, stando alle sue informazioni, dietro al business del cosiddetto turismo dentale ci sia la «mano della criminalità organizzata».

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