Cosa farà Ibrahimovic al Milan: il ruolo da advisor e quello di ponte tra proprietà e squadra

Il contratto da dirigente, il ruolo da senior advisor e il ponte tra la proprietà e la squadra

Sei mesi e sei giorni dopo le lacrime a San Siro Zlatan Ibrahimovic torna ufficialmente al Milan. L’ex calciatore svedese ha firmato un contratto da dirigente. Gerry Cardinale, proprietario del club da agosto 2022, lo ha voluto in due cariche ufficiali. Ovvero come partner operativo di Redbird e come senior advisor della proprietà e del senior management dei rossoneri. Quattro anni fa, nel 2019, Zlatan era tornato al Milan per dare il suo apporto in campo in un momento difficile: il 5 a 0 appena preso dall’Atalanta e un allenatore, Stefano Pioli, già in bilico. Come è finita lo ricordiamo tutti: la vittoria dello scudetto. Oggi i rossoneri sono di nuovo in difficoltà, in Champions League come in campionato. E anche stavolta vengono da una sconfitta a Bergamo.


Un riferimento per lo spogliatoio

In più, durante l’estate si è consumato il doloroso addio della bandiera Paolo Maldini. Che qualche mese dopo ha confessato gli screzi con proprietà e management alla base del saluto. Il ruolo di Ibra è molto diverso rispetto a quello dell’ex terzino rossonero. Nel Milan, spiega oggi la Gazzetta dello Sport, dovrà fare da ponte tra proprietà e squadra. Ovvero proprio quei vertici come il presidente Scaroni e l’a.d. Furlani criticati da Maldini per un presunto scarso attaccamento alla società. In Redbird invece Ibra avrà il ruolo di altri atleti come LeBron James. Non dovrà certo timbrare il cartellino a Milanello: in accordo con l’allenatore, sarà presente quando il momento lo richiederà. Sarà anche un possibile nuovo riferimento per lo spogliatoio. Si dovrà però calare nelle vesti di motivatore e dovrà parlare con i giocatori quando ce ne sarà bisogno.


Il nuovo stadio

Ibra avrà anche un ruolo «attivo nelle operazioni sportive e commerciali del club». Per contribuire a rafforzare la cultura vincente. «Il suo mandato includerà lo sviluppo dei giocatori e la formazione per alte prestazioni, la promozione del marchio globale e degli interessi commerciali del Milan, incluso il nuovo stadio», si legge nel comunicato. Pur non essendo tesserato, potrà anche entrare negli spogliatoi di San Siro. E anche presentarsi davanti ai giornalisti nei momenti difficili. Non avrà un ufficio a Milanello. Ma sarà un consulente della proprietà anche sul mercato. «Qui sono a casa», le sue prime parole di ieri. Ci sarà molto da lavorare.

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